Giovedì, VI di Pasqua – Ss. Cristoforo Magallanes e c. (mf) – PRIMA LETTURA At 18,1-8 – VANGELO Gv 16,16-20
Riflessione quotidiana per camminare in Cristo: «Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia». Anche oggi la Liturgia della Parola ci mette dinanzi ad un episodio che manifesta l’opera della Provvidenza attraverso le vie tortuose di un quotidiano fatto spesso di incomprensioni e perfino di persecuzioni. A Roma vi era una coppia, Aquila e Priscilla, costretti a fuggire dalla capitale dell’Impero in quanto Giudei; arrivano a Corìnto e lì continuano il loro mestiere di tessitori. Erano di origine ebraica, abitavano a Roma, città latina per cultura e lingua e ora si ritrovano a Corìnto, città di cultura e lingua greca. Che colpa avevano nell’essere nati Giudei? Perché questo Dio che tanto dice di amare il popolo Ebreo permette che essi siano perseguitati e costretti a fuggire? Questa coppia poteva innalzare al Cielo tutta la sua tristezza, ma continuano a confidare nel Signore. Incontrano Paolo, anch’egli condotto a Corìnto dalla Provvidenza, anche Paolo fa lo stesso mestiere e non ha un’attività propria a Corìnto: si mettono insieme, fiduciosi in Dio. E Dio si rivela loro per mezzo di Paolo, conoscono il Vangelo di Cristo e vi aderiscono prontamente. Ecco: la loro tristezza si è trasformata in gioia! Grazie alla fede e alla perseveranza, hanno permesso a Dio di compiere meraviglie nella loro famiglia. E Dio ha reso Aquila e Priscilla una coppia cristiana e una famiglia missionaria, rendendoli anche una sorgente di grazia per tanti altri figli di Dio.
Pane di oggi: Signore mio Dio, se solo avessi fede quanto un granello di senapa! Se solo mi fidassi della tua Parola e della tua Provvidenza! Come davvero i miei occhi vedrebbero la tua salvezza per me, e attraverso di me, per tanti tuoi figli. Aumenta la mia fede, o Signore, perché la mia tristezza si trasformi in danza.
Anche nella tristezza e nella persecuzione mi fiderò di Dio.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=110
