Lunedì, III di Pasqua, – S. Liberale – PRIMA LETTURA At 6,8-15 – Dal Salmo 118 (119) – VANGELO Gv 6,22-29
Riflessione quotidiana per camminare in Cristo: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Anche oggi la Liturgia della Parola ci invita a fare la cosa più bella, l’unica che ci da salvezza: credere nell’opera di Dio, credere nella sua misericordia redentrice, lasciarsi plasmare dalla sua divina Volontà. Potremmo obiettare che credere è un’opera nostra e non di Dio, in quanto sta a noi, alla nostra libertà scegliere e operare nella direzione di Dio. E invece dobbiamo ricordarci che a noi compete semplicemente (è poco, ma è tutto quello che dobbiamo fare!) aprire la porta a Dio, permettergli di operare in noi, concedergli spazio di azione, lasciarci guidare come le nubi col vento al soffio del suo Santo Spirito. Credere significa, quindi, far mettere Dio all’opera. E quanto desidera Dio poter operare in noi! E per mezzo nostro, rendendoci luce e sale, lievito di vita nuova, egli compie la sua opera salvifica per ogni uomo. Credere in Dio è dunque lasciarsi lavorare da lui. Chi afferma di credere ma non realizza l’opera di Dio è come colui che dice “Signore, Signore” ma non compie la sua volontà (cfr Mt 7,21); come colui che ascolta la Parola come uno smemorato (cfr Gc 1,25): sarà una fede fasulla che non gli porterà salvezza ma solo illusione, non lo condurrà alla perfezione ma lo lascerà in una diabolica oziosa quiete.
Pane di oggi: Signore, che nel Battesimo hai iniziato in me la tua opera di salvezza, portala a compimento: rendimi tuo strumento, che io sia il campo dove tu, divino Agricoltore, possa spargere a larghe mani il seme della tua grazia. Opera in me, edifica in me un cuore che sappia amare, una mente che sappia comprendere, una volontà che sappia farsi dono.
Il mio agire sia strumentale all’opera di Dio: sceglierò ciò che lui vuole, farò ciò che lui desidera, amerò ciò che lui ama.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=110