Giovedì, III di Pasqua – S. Pio V (mf) – PRIMA LETTURA At 8,26-40 Dal Salmo 65 (66) – VANGELO Gv 6,44-51 –
Riflessione quotidiana per camminare in Cristo: «Ti prego, di quale persona il profeta dice questo? Di se stesso o di qualcun altro?». Filippo non è un presbitero della Chiesa ma un ministro (tecnicamente un diacono) eletto e addetto alla cura delle mense per le vedove. Mi piace sottolineare questo per far comprendere che non parliamo di un dotto studioso delle Scritture come Nicodèmo o di un fariseo della scuola di Gama-lièle come san Paolo. Eppure Filippo è descritto come il primo missionario della Chiesa. Sàulo non ha ancora incontrato Cristo sulla via di Damasco e l’annuncio del Vangelo è ben circoscritto ai soli credenti di religione ebraica. Ma il Signore non conosce confini e invia, tramite un angelo, in una via dove da lì a poco sarebbe passato un Etíope. Oggi potremmo definirlo un “senza Dio”, un miscredente ma desideroso di conoscere la verità. Egli è attirato dalle Scritture e si sofferma sul profeta Isaìa che parla del Servo sofferente. È una lettura attenta, non mistica, ma intelligente, aperta. Questa sua ricerca bussa al cuore di Dio che invia, appunto, Filippo. Questo ci dice che quando uno cerca sinceramente Dio, egli sa come farsi trovare. Ma ci dice anche che Dio per farsi conoscere e trovare può usare chiunque, anche noi. Siamo consapevoli di tale responsabilità? Siamo disponibili e docili agli impulsi dello Spirito Santo? Sentiamo in cuore il desiderio che ogni uomo conosca Gesù?
Pane di oggi: Quanto è grande la tua bontà, Signore. Tu sei vicino ad ogni uomo e non tardi di esaudire il grido di chi ti cerca. Rendici tuoi testimoni: donaci il tuo Santo Spirito perché otteniamo sapienza e chiarezza nell’annunciare il Vangelo. Donaci di essere autentici e credibili con le parole e con una vita da cui traspaia il tuo amore che mai si stanca di bussare ai nostri cuori.
La mia docilità allo Spirito Santo è fonte di grazia per tanti.
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