Torello Lotti, 57 anni, al suo arrivo alla caserma del Nas a Firenze |
la satmpa.it del 01/10/2010 |
FIRENZE
I medici si facevano corrompere e prendevano denaro dalle case farmaceutiche per prescrivere e diffondere più del dovuto alcuni medicinali che, in teoria, avrebbero dovuto curare la psoriasi: con questa accusa sono scattate ventuno ordinanze di misura cautelare e 37 perquisizoni in tutto il centro nord, nell’ambito di un’inchiesta della procura di Firenze. Nel mirino dei carabinieri il settore della dermatologia. Sei degli indagati sono agli arresti domiciliari, per altri due è scattato l’obbligo di dimora e ben 13 sono le interdizioni dall’attività.
Manette in Toscana, Piemonte e Lombardia
Le misure cautelari eseguite dai carabinieri del Nas sono scattate in varie province di Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Lazio, Liguria, Veneto ed Umbria. Sono state emesse dal Gip del Tribunale di Firenze a conclusione di un’indagine condotta dal Nas della stessa città su un’associazione per delinquere composta da medici specialisti e loro collaboratori.
Mazzette per due milioni di euro
I militari hanno scoperto che i medici hanno percepito mazzette per circa 2 milioni di euro, gran parte dei quali fatti transitare sui bilanci di società di copertura. In cambio erano pronti a prescrizioni e somministrazioni di farmaci arbitrarie, ai danni di centinaia di pazienti in cura per diffuse patologie croniche. Le specialità medicinali erano prodotte dalle aziende corruttrici, che realizzavano maggiori profitti derivanti dal conseguente incremento della diffusione dei farmaci.
Il barone universitario nella bufera
A capo dell’organizzazione un noto professore universitario fiorentino che riveste varie cariche in ambito ospedaliero, accademico, scientifico ed associativo di categoria. Il professore ora agli arresti domiciliari è Torello Lotti, 57 anni, dermatologo di rilievo nell’ospedale Santa Maria Nuova di Firenze e, fra i numerosi incarichi, presidente della Sidemast (Società Italiana di Dermatologia medica, chirurgica, estetica e delle Malattie Sessualmente Trasmesse). Nelle carte dell’inchiesta compiono i nomi di persone riconducibili a diverse case farmaceutiche, fra cui Abbott, Jansseen Cilag, Wyeth Lederle, Schering Plough, Novartis, Morgan Pharma, Almirall. Oltre a Lotti, ai domiciliari sono finiti Patrizia Cecchi, 52 anni, segretaria amministrativa del Centro interuniversitario di dermatologia biologica e psicosomatica dell’Università di Firenze, diretto da Lotti; Michela Troiano, 30 anni, specializzando in dermatologia e venereologia, ritenuta braccio destro di Lotti nel centro Psocarte di Firenze, diretto dallo stesso Lotti; Stefan Coccoloni, 30 anni, Leonardo Fronticelli di 33, e Corrado Trevisan di 59 anni, rappresentanti di una società organizzatrice di congressi e eventi per il lancio di prodotti e legati a Lotti anche in altri ambiti professionali.
La circolare anti-abusi del governo
Fra i reati ipotizzati anche l’abuso d’ufficio e la truffa ai danni del sistema sanitario nazionale. «Contro gli abusi in medicina stiamo cambiando il sistema sanzionatorio dell’Ordine dei medici per renderlo più agile e in grado di dare risposte tempestive in caso di eventi dannosi», dice il ministro Fazio. «Chiunque utilizza gli ammalati a fini speculativi – continua il ministro Fazio – va sicuramente punito. Un tale comportamento è spregevole soprattutto quando si tratta di migliorare le condizioni di vita dei pazienti. Comunque quanto accaduto non deve minare la fiducia nel lavoro dei dermatologi».