26 gennaio 2021 – Santi Timoteo e Tito – PRIMA LETTURA 2Tm1,1-8 oppure Tt 1,1-5; – Salmo 95 (96) – VANGELO Lc 10,1-9
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro:<La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi>
I settantadue erano, secondo i Giudei, i popoli della terra e presumibilmente a prefigurare la missione universale, i discepoli sono mandati a due a due perché, per la legge mosaica, sono necessari due testimoni per attestare la veridicità di un avvenimento (Cf. Dt 19,15).
… i discepoli dalla loro parte avranno soltanto lo Spirito Santo: «Quando vi porteranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi come discolparvi o di che cosa discolparvi, o di che cosa dire: perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento ciò che bisogna dire» (Lc 12,11-12)».
Gesù esige, data l’urgenza della missione, la massima povertà e anche essenzialità nelle relazioni: non bisogna perdersi in chiacchiere inutili.
L’evangelizzazione ha al suo centro l’annunzio esplicito che Dio ci dona la salvezza in Gesù Cristo, crocifisso e risorto. «La fede dipende dalla predicazione» (Rm 10,17); la Chiesa è generata dalla Parola. Anche i fedeli laici, devono saper annunciare Cristo agli altri credenti e ai non credenti. L’annuncio deve essere coraggioso e franco, ma anche umile: la verità, che abbiamo ricevuto in dono, non è un vanto per noi; è una responsabilità. L’amore per gli interlocutori esige che si rispetti la loro libertà e si tenga conto della loro situazione esistenziale, sociale e culturale, del loro linguaggio, delle loro aspirazioni, dei loro valori etici e religiosi. Intercessione, testimonianza e annuncio sono le vie della missione, per le quali devono incamminarsi i singoli cristiani, le famiglie e le comunità. Un radicale cambiamento di mentalità e una profonda revisione pastorale occorrono oggi per dare slancio alla missione universale. La missione della Chiesa è evangelizzare, cioè annunciare, celebrare e testimoniare l’amore di Dio, che si rivela e si dona in Cristo per la salvezza di tutti gli uomini. Le vie della missione sono la preghiera, avvalorata dal sacrificio, la testimonianza dell’amore reciproco e del servizio ai poveri e alla società, l’annuncio esplicito del vangelo.
A molti missionari vien voglia di “divorare” il mondo, perché, così si dice, il mondo è perverso, è fradicio di peccato, l’aria che si respira è malsana, la disonestà e la perversione sono i cardini sui quali costruisce la sua ipocrita onestà, ama il lusso e il potere, la ricchezza e il godimento sfrenato … sarà vero, in fondo il ritratto non è tanto lontano dalla verità, ma Gesù capovolge il tutto: fatti agnello, probabilmente i lupi ti sbraneranno ma è in questa tua morte che il mondo troverà conversione e salvezza. Il mondo ha fatto così con il Figlio di Dio, lo ha inchiodato su una Croce, aveva esultato per la sua morte, ma è da questa morte che è sorto un nuovo giorno, pieno di luce, un giorno caldo di vita, un giorno che non conosce tramonto.
La missione evangelizzatrice della Chiesa è essenzialmente l’annuncio dell’amore, della misericordia e del perdono di Dio, rivelati agli uomini mediante la vita, la morte e la risurrezione di Gesù Cristo, nostro Signore. È la proclamazione della lieta notizia che Dio ci ama e ci vuole tutti uniti nel suo amore misericordioso, perdonandoci e chiedendoci di perdonare a nostra volta agli altri anche le offese più gravi.
fonte – sintesi da: http://radici3.blogspot.com/2021/01/
Santi Tito e Timoteo, Vescovi
I due Santi sono frutto prezioso della predicazione e dell’opera del grande apostolo delle genti. Paolo li ha convertiti, se li è allevati con amore cristiano e paterno e ne ha fatto dei fari luminosi e delle guide per l’umanità. Paolo incontra il giovane Timoteo per la prima volta a Listri; egli è figlio di una ebrea e di un pagano; è stato educato nel culto delle Sacre Scritture.
Ascoltando l’apostolo e vedendo le opere straordinarie da lui compiute, Timoteo si converte e viene battezzato da Paolo che lo prende con sé. Tutta la sua vita di giovane e di uomo sarà associata a quella di Paolo, di cui diventerà figlio, collaboratore, compagno di viaggio, confidente, amico, erede. Tito è di famiglia greca, ancora pagana, ed è convertito dall’apostolo in uno dei suoi viaggi apostolici; viene ben presto scelto da Paolo come collaboratore, compagno e fratello nell’apostolato.
Attraverso Timoteo e Tito l’apostolo ha potuto incarnare quello che è il centro della sua particolare predicazione: la fede in Cristo libera dalla legge, anche se la salvezza viene dai giudei, dalla stirpe di Davide. Ciò che fa la vera elezione è una buona coscienza e la fede in Dio realizzata con le opere della carità. È un concetto ignoto al mondo pagano e ignorato dagli ebrei che fanno dipendere la salvezza dalla circoncisione prescritta da Mosè.
Paolo circoncide il discepolo Timoteo e non circoncide l’altro discepolo Tito, che pure porta con sé a Gerusalemme davanti al Concilio degli apostoli. Così nei suoi due collaboratori Paolo circoncisione e gli uomini della non-circoncisione; gli uomini della legge e gli uomini della fede.
Paolo ha scritto due Lettere a Timoteo e una a Tito quando questi discepoli erano uno vescovo di Efeso e l’altro di Creta. Sono le uniche Lettere della Scrittura indirizzate a un individuo, con annotazioni molto personali, ricche di ripetizioni e di abbandono, quasi che il vecchio Paolo, mentre istruisce, si confidi e si compiaccia dei giovani rampolli; i quali non l’hanno deluso, fedeli nel servizio, attingendo forza nella grazia che è in Cristo Gesù, rimanendo saldi in quello che avevano imparato e di cui erano convinti, ben sapendo da chi l’avevano appreso.
fonte – sintesi da: http://radici3.blogspot.com/2021/01/