Domenica, XXIII Tempo Ordinario – S. Zaccaria – PRIMA LETTURA Ez 33,1.7-9 – Dal Salmo 94 (95) – SECONDA LETTURA Rm 13,8-10 – VANGELO Mt 18,15-20
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo:«Se il tuo fratello commetterà una colpa contro di te, va’ e ammoniscilo fra te e lui solo; se ti ascolterà, avrai guadagnato il tuo fratello». La Liturgia della Parola di questa domenica ci offre l’occasione per riflettere e dare delle risposte sulla delicata questione della correzione fraterna. Quando è giusto parlare? Quando è doveroso tacere? Quando parlare significa giudicare? Quando tacere significa essere colpevolmente omertosi? Non è semplice riuscire a comportarsi sempre in maniera equilibrata, come del resto è sempre alto il rischio di essere fraintesi dagli altri. Una risposta la possiamo trovare nella Seconda Lettura, dove san Paolo afferma: «La carità non fa alcun male al prossimo: pienezza della Legge infatti è la carità». Ed è proprio questo il vero metro del nostro tacere e del nostro parlare: la carità. Se la mia parola deve essere un sottolineare gli errori, denunciare i vizi, giudicare le azioni, rivendicare diritti… allora meglio tacere! Se il mio silenzio è mosso dal desiderio di non impicciarmi, per interesse, per quieto vivere, per non venire giudicato a mia volta, per starmene separato a farmi le mie cose… allora è meglio parlare! Benedetta, invece, la mia parola quando essa è colma di amore per il fratello, cerca di indirizzarlo al bene, apre gli occhi al male e dona pace al prossimo. Benedetto il silenzio quando esso è attesa orante che il fratello maturi, è cercare il momento giusto, invocando sapienza e prudenza, è testimoniare con la vita prima che indirizzare con le parole.
Pane di oggi: In tutto, tacendo o parlando, ci sia un solo obiettivo: conquistare il fratello all’amore di Cristo e vivere nella comunione tra noi.
O Spirito Santo, fonte di comunione, donaci la sapienza per discernere quando tacere e quando parlare per il bene di tutti.
Userò prudenza e carità tanto nel parlare quanto nel tacere.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=110