San Serafino da Montegranaro – Un po’ di Pane Spirituale per Camminare in Cristo – lunedì 12 ottobre 20

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Lunedì, XXVIII Tempo Ordinario – S. Serafino da Montegranaro – PRIMA LETTURA Gal 4,22-24.26-27.31-5,1 – Dal Salmo 112 (113) – VANGELO Lc 11,29-32
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno». Sarà capitato a tutti di imbattersi in qualche discussione con un ateo. Di solito essi sono individuabili per categorie abbastanza riconoscibili: c’è l’ateo razionale che parte dal principio che crede solo in ciò che vede; c’è l’ateo anarchico che per principio non crede in tutto ciò che è istituzione, gerarchia, comandamenti, ecc…; c’è l’ateo anticlericale che per principio non crede in quanto pensa che la religione è solo un male che crea guerre e disordini; c’è ancora l’ateo arrabbiato che preferisce non credere in un Dio causa di malattie e di morti, che non ferma gli assassini e non fulmina i malvagi. Certo il ventaglio non è completo, ma dobbiamo adeguarci agli spazi tipografici e quindi fermarci qui. Ma ciò che forse accomuna tutti, compresi agnostici e perfino gli stessi cristiani, è il beneficio del segno: “se Dio c’è lo dica, si manifesti, dia un segno e noi crederemo in lui!”. E così dicendo hanno scoperto l’acqua calda, come si suol dire. Infatti lo stesso dicevano a Gesù: cercavano segni e dimostrazioni di forza, salvo poi decidere di ucciderlo quando il Cristo guariva, liberava e faceva risorgere i morti. Morale della favola: di segni la Chiesa e il mondo sono pieni: guarigioni, miracoli e prodigi sono ogni giorno e ovunque. Miracoli eucaristici, guarigioni inspiegabili, prodigi di ogni genere… ma gli uomini, ieri come oggi, continuano a chiedere un segno seguitando a non accogliere i tanti segni che già ci sono.

Pane di oggi: Un proverbio, Gesù, afferma che il peggior sordo è colui che non vuol sentire, il peggior cieco è chi tiene gli occhi chiusi. E così pur di non abbandonarci a te, spesso anche noi ci chiudiamo alla grazia, attendendo segni che sono solo scuse.
Loderò Dio ai piedi della Croce, segno reale del suo amore.

fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=1

SAN SERAFINO DA MONTEGRANARO - Assisi OFM

Figlio di contadini, Serafino nacque a Montegranaro nelle Marche nel 1540. Non ebbe possibilità di studiare dovendo, per vivere, condurre al pascolo il gregge di un contadino. Morto il padre, assieme al fratello maggiore, andò a lavorare in un cantiere di Loro Piceno. Serafino, attratto dalla voglia di imparare, divenne amico della figlia dell’impresario, avendola udita leggere ad alta voce.

Fu proprio la ragazza ad avvicinarlo al locale convento dei francescani cappuccini, dove il giovane chiese poi di essere accolto. Fatto il noviziato a Jesi, venne inviato ad Ascoli Piceno, dove trascorse quasi tutta la vita adattandosi ai lavori più umili in casa e nell’orto. Il suo motto era «La via per andare in su è quella di scendere in giù»

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