San Martina, martire – Un po’ di Pane Spirituale per Camminare in Cristo – mercoledì 30 dicembre 20

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Mercoledì, Ottava di Natale – San Martina, martire – PRIMA LETTURA 1Gv 2,12-17 – Dal Salmo 95 (96) – VANGELO Lc 2,36-40

Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni». La figura di Anna ci offre l’occasione per riflettere sull’importanza della cosiddetta terza età. Papa Francesco ci ha spesso invitato a riflettere su una mentalità inculcata dal mondo sempre più selettiva, in cui gli anziani trovano sempre meno spazio. È la cosiddetta “cultura dello scarto”, dove chi non regge il passo rimane indietro, dove chi non si adegua rimane fuori e dove chi non è capace diventa semplicemente inutile, quindi di peso e dunque da scartare. Vale per gli anziani ma, naturalmente, anche per tutte quelle categorie di persone che per motivi diversi non riescono a produrre secondo le aspettative sociali. Queste festività natalizie, invece ci ricordano che il primo a riconoscere il Messia presente è stato un bambino ancora in grembo (quando oggi basta una pillola per scartarlo senza tanti ripensamenti); alla nascita sono stati invitati dei poveri pastori, che politicamente non avevano alcun peso o non erano certo soliti frequentare i salotti della società. E così al Tempio, tra l’indifferenza generale, è stato riconosciuto da due vecchietti e non dai sacerdoti o i leviti. Il Natale ci insegna a guardare oltre le apparenze, ci ricorda che dinanzi a Dio siamo tutti uguali, e che proprio coloro che sembrano i più inutili spesso sono coloro che maggiormente glorificano Dio.


Pane di oggi: Dalla bocca dei bimbi e dei lattanti si innalza la tua lode, o Signore. Ma anche dalla sapienza degli anziani, dal letto dei sofferenti, dalla preghiera dei morenti: tu sei glorificato, riconosciuto come Dio e Signore, annunciato e testimoniato come Redentore. Concedimi la loro stessa sapienza e uguale amore.
Azione: Non mi farò guidare dalla cultura dello scarto ma dall’amore.

fonte: http://www.madredellaparola.it

Santo del giorno 30 gennaio 2015 – Santa Martina

Questa santa Vergine romana discendeva da celebre famiglia consolare. Rimasta orfana ancora in tenera età, si dedicò con tutto l’ardore della sua anima giovanile alle opere della cristiana pietà, distribuendo con la massima liberalità le ricchezze che i suoi le avevano lasciato in grande abbondanza. Non ci fu miseria che non soccorresse: nessuno mai bussò invano alla sua porta. Nei poverelli ella vedeva Gesù stesso, il Maestro Divino che aveva detto: « Quello che avrete fatto al minimo dei vostri fratelli, l’avrete fatto a me ».
Siccome la carità cristiana era sconosciuta nel mondo pagano, ben presto si sospettò che Martina fosse seguace di quel Nazareno che veniva a predicare, per mezzo dei suoi Apostoli, una fratellanza universale anche nella stessa Roma.
I nemici del nome cristiano le tennero gli occhi addosso. e accertatisi della cosa, non esitarono ad accusarla come cristiana.
Temendo ella quanto le poteva accadere, e che difatti le accadde, d’essere arrestata ed uccisa, distribuì immediatamente tutto quello che ancora le rimaneva ai poveri ed alla Chiesa, per avere in cielo quel tesoro che «i ladri non rubano e la tignola non intacca ». Aveva appena realizzato questo suo disegno che fu accusata e condotta davanti al preside romano.
Fu tentata in mille modi, le furono fatte promesse e minacce perché sacrificasse agli dèi dell’impero. Ma la Vergine, forte della fortezza di Cristo, rispose sempre con fermezza che « era cristiana » e che come tale si sarebbe sempre comportata.
Passando il giudice dalle minacce ai fatti, fu battuta colle verghe, scarnificata con uncini di ferro, poi, intrisa di grasso bollente, fu gettata alle belve dell’anfiteatro. Ma le bestie la risparmiarono. Allora fu fatto un grandissimo rogo, e la Vergine vi venne legata sopra: quando il fumo e le fiamme furono esaurite, i carnefici e la folla immensa che assisteva al crudele spettacolo, videro la santa giovane perfettamente illesa in mezzo al braciere, in attitudine di preghiera: il suo Dio l’aveva scampata.
Molti della folla e qualcheduno dei suoi stessi carnefici, alla vista di quel prodigio, si convertirono e si dichiararono cristiani.
Ma il giudice, più che mai irritato, ordinò che fosse decapitata. La pia fanciulla chinò il capo sotto la spada del carnefice. Allo spettacolo del martirio altri pagani si convertirono alla vera fede, ed ebbero la grazia di udire distintamente una voce superna che chiamava la Vergine alle celesti dolcezze del cielo.
Ma i prodigi non erano finiti: un terremoto scosse paurosamente tutta la città, e le statue degli dèi caddero a terra.
La Vergine subì il martirio sotto l’imperatore Alessandro Severo, mentre era Sommo Pontefice Urbano I. Fu sepolta nella chiesa del carcere Mamertino assieme ai martiri Concordio, Epifanio e compagni.

Impariamo da questa santa giovanetta ad essere forti nella fede e a non vergognarci del nome di Cristiani.

fonte: https://www.santodelgiorno.it

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