In Italia, ogni quattro minuti una persona viene colta da attacco cardiaco e tra queste, una su quattro muore prima di giungere in ospedale.
Generalmente si tratta di individui in età ancora giovane, spesso ignari dei fattori di rischio di cui sono affetti, dove l’arresto cardiaco rappresenta la prima manifestazione di patologie che possono essere curate efficacemente. Nelle situazioni di arresto cardiaco, indipendentemente dalla causa che lo ha determinato, viene meno la capacità contrattile del cuore, con conseguente impossibilità di diffusione dell’ossigeno ai tessuti ed immediato arresto delle funzioni respiratorie. La fibrillazione ventricolare è un’aritmia maligna che frequentemente si scatena in queste circostanze e rappresenta una delle principali cause di morte cardiaca improvvisa: le cellule prive di ossigeno “impazziscono” contraendosi in maniera disordinata ed incontrollata, il sangue non arriva al cervello per interruzione della funzione di pompa del cuore ed il soggetto, dopo pochi minuti muore. In questi casi, l’unico trattamento possibile, oltre alle manovre di BLS (Basic Life Support ) è la defibrillazione: il cuore viene fatto attraversare da una scarica elettrica allo scopo di correggere la causa dell’arresto e cioè l’aritmia maligna sviluppatasi. I tempi di arrivo di un’ambulanza sul luogo dell’evento, come per legge, vanno dagli 8-10 minuti per un intervento in ambito urbano e 15-20 minuti per un intervento in ambito extraurbano (senza calcolare gli imprevisti, come ad esempio le condizioni meteo avverse, la viabilità, ecc.). Ma talvolta, aspettare i soccorsi “senza fare nulla” può risultare fatale………. La mancanza di apporto di ossigeno alle cellule cerebrali (anossia cerebrale) produce lesioni che iniziano mediamente dopo 4-6 minuti, dapprima reversibili ma che diventano successivamente, se non trattate precocemente ed in maniera corretta, irreversibili dopo circa 10 minuti di assenza di circolo. Il 70% degli arresti cardiaci avviene in presenza di qualcuno che potrebbe iniziare la rianimazione cardiopolmonare (RCP), con l’uso del defibrillatore e disostruzione delle aree respiratorie. Inoltre, quando chi è testimone di un arresto cardiaco inizia le manovre di RCP prima dell’arrivo dell’ambulanza, le possibilità di sopravvivenza raddoppiano o triplicano. E in quest’ottica l’ASPA “ Associazione Samaritana Pubblica Assistenza” , diventa una mossa significativa per la formazione di uomini e donne salvavita , per un intervento pratico per le periferie, poste a distanze ragguardevoli dagli ’Ospedale e dove si è maggiormente esposti ai ritardi dei mezzi di soccorso rendendo, più che indispensabile, l’intervento di chi è vicino ad un malato e che potrebbe, con alcune semplici manovre, facilitarne la sopravvivenza. Il corso BLSD è un percorso formativo teorico-pratico che permette di apprendere le tecniche per il sostegno di base alle funzioni vitali (massaggio cardiaco, respirazione artificiale, manovre di disostruzione da corpo estraneo, ecc.) ed acquisire la competenza necessaria per poter utilizzare un defibrillatore semi-automatico. La Legge 3 Aprile 2001, n. 120, autorizza all’uso del defibrillatore semi-automatico, in ambiente extraospedaliero, per personale non ospedaliero purché abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardiopolmonare. I corsi di Formazione BLSD consiste nel diffondere il sapere della rianimazione cardiopolmonare con l’uso del defibrillatore e disostruzione delle aree respiratorie, in modo che chiunque; un insegnante , un alunno , un passante , un impiegato , un artigiano ecc.. sia preparato ad agire ad un evento negativo. I corsi vengono organizzati mensilmente nel comune di San Giovanni Rotondo FG e programmati in tutta Italia su richiesta degli interessati.
Fonte: redazione