Mercoledì, XXIII Tempo Ordinario – S. Pietro Claver – PRIMA LETTURA 1Cor 7,25-31 – Dal Salmo 44 (45) – VANGELO Lc 6,20-26
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Beati voi, poveri, perché vostro è il regno di Dio. Beati voi, che ora avete fame, perché sarete saziati…». Il Vangelo della odierna Liturgia della Parola, riporta le beatitudini secondo la tradizione di san Luca. La beatitudine più che una promessa è una realtà, qualcosa che ci appartiene o meglio, che appartiene a chi realizza il contenuto della beatitudine stessa. Per cui è beato, cioè felice, gioioso, realizzato, quanti sono poveri o quanti sono affamati di giustizia. Così come anche in altre beatitudini che troviamo nei Vangeli: è beato chi mette in pratica la Parola, chi crede pur senza aver visto e toccato, ecc… Ora il vero problema è proprio nel contenuto delle beatitudini. Spesso, infatti, si tende a poetizzare tali enunciati, facendo dimenticare la gra-vissima responsabilità che ci viene affidata, la cui mancata realizzazione ci immette inesorabilmente tra i guai che seguono le beatitudini stesse. Siamo quindi chiamati ad essere poveri: non ad impietosirci quando vediamo un povero o a dare la monetina per sostenere un povero. Essere poveri è diverso che assistere i poveri! E così per la giustizia: avere fame e sete significa ricercarla in ogni nostra azione, in ogni nostra scelta. Beato non è chi fa le sfilate contro il politico di turno o il mafioso o il razzista, ma è beato chi ha fame e sete di essere giusto, chi si corregge nei propri difetti, chi vive senza pretendere che cambino gli altri ma si impegna quotidianamente a cambiare se stesso, chi non attende che gli altri diventino giusti ma realizza con coscienza il proprio dovere generosamente, fino in fondo.
Pane di oggi: Signore Gesù, infondi in me lo spirito delle beatitudini per-ché io possa ricercare sempre e solo ciò che è giusto e vero ai tuoi occhi. Distaccato da tutto per essere per sempre unito a te.
Le beatitudini siano il mio statuto, il mio progetto di vita.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=110