Domenica, II di Avvento – S Nicola – PRIMA LETTURA Is 40,1-5.9-11 – Dal Salmo 84 (85) – SECONDA LETTURA 2Pt 3,8-14 – VANGELO Mc 1,1-8
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via». Il Cristo viene come dono per ciascuno di noi, ma il dono deve essere accolto. Perché il Signore possa giungere nel cuore degli uomini, necessita che questi siano preparati, pronti, educati e indirizzati all’accoglienza, affinché possano riconoscere e ricevere il Cristo, ascoltarlo e obbedirgli per compiere la volontà del Padre. Perché tutto ciò possa avvenire, il Signore si serve di strumenti, uomini e donne che diventano come ponti tra Dio e gli uomini, perché si realizzi la comunione tra essi. Oggi la Liturgia ci presenta la figura di san Giovanni Battista. Egli è stato a lungo profetizzato e atteso come colui che il Signore avrebbe inviato davanti a sé per preparargli una via. Il Battista è il messaggero di lieti annunci, colui che riconosce e indica presente nel mondo l’Agnello di Dio. Il suo è un messaggio di conversione e penitenza. Il battesimo nel Giordano era un segno indicante il desiderio di lavarsi dal vecchio peccato per iniziare una nuova vita, aperta alla grazia, all’ascolto sapiente e obbediente. Ieri come oggi, il Signore vuole incontrare ciascuno di noi, vuole fare comunione con ciascuno dei suoi figli, ma spesso incontra cuori chiusi, menti non pronte, vie ostacolate. Il Cristo che viene ci chiede di essere suoi ministri, inviati a preparare la sua venuta, con la parola e la testimonianza di vita, offrendo esempi e donando amore.
Pane di oggi: Vieni, Signore Gesù! È l’invocazione principale di questo Tempo di Avvento. È il desiderio che sgorga dal cuore, affinché tu possa raggiungerci tutti. Ma è anche una responsabilità di cui dobbiamo ricordarci. Vieni, ma rendici tuoi ministri per-ché siano pronti i nostri cuori, aperte le menti, salde le volontà.
Azione: Con l’esempio e la parola preparerò la venuta di Dio in noi.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=1
San Nicola fu uno dei più illustri santi che fiorirono nella Chiesa orientale nel secolo IV. Nativo di Pataro nella Licia, dimostrò fin da bambino di essere predestinato a grandi cose. Prestissimo si innamorò della vita religiosa, e si ritirò in un monastero nelle vicinanze di Mira.
Per la storia, San Nicola fu vescovo di Mira, nella Licia, ai tempi di Costantino. A Mira le sue reliquie furono venerate finché non sopraggiunse l’invasione turca. Allora vennero poste in salvo da 62 soldati, devoti corsari della città di Bari. E il 9 maggio del 1087, con immensi onori, furono poste nella celebre, vetusta cattedrale del grande porto pugliese, e Bari, dopo una vivace contesa con Benevento, divenne il centro del culto di San Nicola, patrono, tra l’altro, della Russia.
Tra le molte leggende è infatti celebre quella dei tre scolaretti che un feroce macellaio di Mira aveva sgozzato e messo in salamoia, come porcellotti. Il Santo compì la strepitosa resurrezione dei tre fanciulli, convertendo, per giunta, anche il macellaio.
Il Signore lo preavvisò della prossima sua morte ed il Santo, raccomandatosi alle preci del suo buon popolo, radunò il clero, e prese a recitare il salmo: In te Domine, speravi, fino al versetto: In manus tuas, commendo spiritum meum, e col sorriso sulle labbra, spirò. Era l’anno 342.