Martedì, XV Tempo Ordinario – S. Camillo de Lellis – PRIMA LETTURA Is 7,1-9 – Dal Salmo 47 (48) – VANGELO Mt 11,20-24
Riflessione quotidiana per camminare in Cristo: «Se a Sòdoma fossero avvenuti i prodigi che ci sono stati in mezzo a te, oggi essa esisterebbe ancora!». La Parola di Dio è un giudizio senza appello: prima di scandalizzarsi degli altri, di giudicare e puntare il dito, prima di sentirsi migliori e stilare classifiche, prima di dividere buoni e cattivi mettendosi al primo posto tra i sicuramente buoni, dobbiamo imparare a fare verità dentro di noi. Questi «guai» rimbombano nella nostra coscienza e accendono fari di verità dinanzi ai nostri occhi (sempre che decidiamo di aprire gli occhi alla verità e non di tenerli chiusi ad essa). E la verità della Parola è questa: forse davvero facciamo più di tanti altri uomini: preghiamo di più, facciamo qualche opera di carità, qualche elemosina in più, qualche devozione in più, qualche rinuncia in più… Ma cosa è questo “poco” in più rispetto al tantissimo che abbiamo ricevuto più degli altri? Se gli altri, che con tanta facilità giudichiamo e condanniamo, avessero avuto i doni di grazia che abbiamo ricevuto noi, se avessero avuto la possibilità di ascoltare la Parola come l’abbiamo ascoltata noi, se avessero conosciuto il Cristo come lo conosciamo noi, forse essi sarebbero mille volte migliori di noi.
Pane di oggi: Allora prima di giudicare bisogna anzitutto ringraziare Dio per la grazia che ci ha concesso di conoscerlo, amarlo e credere in lui; poi dobbiamo pregare perché ogni uomo possa ricevere la stessa grazia; e infine chiederci cosa stiamo facendo perché ogni uomo sia raggiunto da tale grazia di Dio: come sto testimoniando l’amore di Dio, la sua vita e la sua gioia in me?
Quanta grazia, Signore, mi hai concesso senza mio merito, solo perché qualcuno, mi ha parlato di te, mi ha mostrato, attraverso i suoi occhi e i suoi gesti, il tuo amore: grazie, o Dio.
Testimoniare l’amore di Dio per noi è dargli lode e gloria.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=110
O incomparabile e grande amante del prossimo, San Camillo, non si è estinto, ora che vivete in seno alla carità e misericordia di Dio, il vostro amore ai malati. Riguardate dunque a noi che vi siamo devoti e vi abbiamo scelto a Padre amorosissimo.
Più che dalle temporali nostre avversità e miserie, vi supplichiamo di liberarci dalle nostre spirituali infermità. Impetrateci da Dio, che «quali eletti suoi, santi e diletti», ci rivestiamo di viscere di misericordia, di carità, di umiltà, di mansuetudine e di pazienza verso i nostri prossimi; che conserviamo con tutti un sincero amore fraterno, un ardente zelo della loro salute, cooperandovi, per quanto ci è possibile, con i buoni consigli, le opportune esortazioni e il buon esempio.
A questo animateci e indirizzateci con la vostra intercessione, mentre vivissima è la fiducia che riponiamo in Voi, Patrono degli infermi e degli infermieri, e perciò particolarmente impegnato ad aiutarci e proteggerci per la nostra salute corporale ed eterna. Amen