Mercoledì, III di Avvento – S. Adelaide – PRIMA LETTURA Is 45,6b-8.18.21b-25 – Dal Salmo 84 (85) – VANGELO Lc 7,19-23
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”». Il cammino di fede è una continua domanda a Dio, una continua ricerca. La Scrittura ci insegna a pregare: «Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto» (Sal 27,8b-9a); e ancora: «Cercate il Signore e la sua potenza, ricercate sempre il suo volto» (1Cr 16,11; cfr Sal 105,4). Il Concilio Vaticano II, ci ricorda che anche la Vergine Maria, pur nella sua fede ferma e senza macchia, visse il suo rapporto divino in una continua ricerca, in un continuo avanzamento (cfr LG 58). Questo il senso della sua domanda all’Arcangelo, o il motivo del suo conservare e meditare nel cuore gli eventi e le parole riferite al suo figlio o dal suo figlio Gesù. Credere in Dio non è un qualcosa da collocare dentro un sì o un no, ma è intessere un quotidiano rapporto di conoscenza, di amicizia, di amore, di servizio, di ascolto verso Dio, la sua Parola, la sua volontà. Il Battista riconosce il Messia presente nel grembo della Vergine ancor prima della nascita. Lo riconosce tra la folla alle rive del Giordano. Lo indica presente alle folle e lo rivela come Agnello ai suoi discepoli. Eppure continua a chiedere, ad approfondire: vuole conoscere le opere di Dio e Dio gliele mostra guarendo, liberando, annunciando.
Pane di oggi: L’esperienza umana ci mostra che una amicizia o un amore, sono realtà dinamiche, che necessitano di continue novità, che non vanno archiviate come scontate, che si alimentano di stupore, che si fondono in un’intesa sempre più profonda. Signore, che io ti conosca, e conoscendo ti ami, e amandoti ti cerchi ancora, perché tu sei sorgente senza fine di amore, perché ogni giorno sento di dover rinnovare il mio amore per te, mio tutto.
Azione: Senza ricerca non c’è amore ma stagnazione, inedia e morte.
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Nata nel 931 da Rodolfo, re di Borgogna, e da Berta, figlia di Burcardo, duca di Svevia, Adelaide all’età di sei anni rimane orfana di padre e nel 947 sposa Lotario, re d’Italia. Rimasta vedova dopo soli tre anni di matrimonio, viene perseguitata e messa in prigione da Berengario II del Friuli, che si era impadronito del regno d’Italia, essendosi lei rifiutata di sposarne il figlio. Liberata da Ottone I, lo sposerà e ne avrà tre figli, tra cui il futuro Ottone II. Nel 962 papa Giovanni XII la incorona unitamente a suo marito Ottone I. Dopo la morte di questi esercita la tutela del minorenne Ottone III, suo nipote, reggendo l’impero. Attenta agli ultimi e agli indigenti, Adelaide è in stretti rapporti con il movimento di riforma di Cluny, specialmente con gli abati Maiolo e Odilone, il quale ne compone la «Vita». Costruisce chiese e monasteri, beneficando particolarmente i cenobi di Peterlingen, San Salvatore di Pavia e Selz. In quest’ultimo monastero benedettino, da lei fondato presso Strasburgo, Adelaide si ritira fino alla morte nel 999. Presto venerata come santa in Alsazia, viene canonizzata da Urbano II nel 1097.
fonte: http://www.santiebeati.it