Multinazionali, brevettano il futuro dell’agroalimentare.Frutta e Verdura a rischio.

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Sta passando in sordina questo grande e grave problema, l’appropriarsi  di ciò che Madre  Natura ha messo a disposizione di tutti per alimentarci.                                                                                                                           I SEMI                                                              Le grandi multinazionali dell’agroalimentare brevettano all’Epo (European patents office, ufficio europeo dei brevetti, sede Monaco di Baviera) le loro coltivazioni, assicurandosene l’esclusiva. Il tutto, con aggravi di costi tanto per il consumatore finale, quanto per i produttori stessi. Le associazioni in difesa della natura e della materia vivente denunciano il fatto che, bollare prodotti di prima necessità con brevetti, sta diventando ormai una strategia continuamente portata avanti pure a carte scoperte da multinazionali come Monsanto, Dupont, Syngenta, Bayer, o Basf.                                                                                    L’effetto dei copyright è di facile comprensione: chi vorrà coltivare per esempio pomodori coperti da brevetto dovrà pagare ogni anno al detentore del brevetto, cioè a una multinazionale, una royalty. Pertanto, coltivare un qualsivoglia genere agricolo verrà equiparato a produrre un qualsiasi altro bene, come auto o cellulari. Il fatto che si tratti di beni alimentari, di prima necessità, fa rabbrividire.                                                                      Tra i coltivatori, a farne le spese per primi, ovviamente, sono quelli del Terzo Mondo.         Già economicamente provati. Ma anche quelli latinoamericani, asiatici ed sud europei.            Ma non certo le aziende cinesi, che copiano i prodotti originali dell’industria europea, giapponese, nordamericana, sudcoreana.
Eppure le decisioni dell’Epo, notano le organizzazioni di difesa della natura e della materia vivente, contraddicono l’articolo 53b della convenzione europea dei brevetti e l’articolo 4 della direttiva europea sulla brevettabilità del vivente.                                                           Lasciamo le conclusioni amare alle parole di Kerstin Lanje di Misereor (organizzazione di sviluppo della Conferenza episcopale tedesca): “in tempi in cui quasi due miliardi di persone soffrono la fame, è semplicemente immorale far crescere i prezzi degli alimenti creando monopoli dei brevetti“. Sante parole. Purtroppo, ad oggi, solo tali, i media cosa fanno…

fonte:http://www.tuttogreen.it

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