Il coraggio di chiedere “Perdono” anche per i grandi peccati di questa epoca

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mi sento anch’io colpevole dei grandi e gravi peccati dei nostri tempi?

Chiedo perdono per l’omicidio dell’aborto, per il divorzio, per gli esperimenti sugli embrioni umani, per il modernismo, per la Santa Comunione presa in stato di peccato, per le falsità di fede, per l’attentato al celibato sacerdotale, per l’abbandono dei pastori innocenti; perdono per aver appoggiato alle elezioni partiti che osteggiano tutti i principi non negoziabili: “il rispetto e la difesa della vita umana, dal concepimento fino alla morte naturale, la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna, la libertà di educazione dei figli e la promozione del bene comune in tutte le sue forme” . Perdono anche per i migranti che muoiono in mare perché fa comodo ai poteri forti … input: dalla lettera del Sac.Alfredo M.Morselli

Come la Sacra Scrittura ci invita a pregare in situazioni come questa:

Mi rivolsi al Signore Dio per pregarlo e supplicarlo con il digiuno, veste di sacco e cenere e feci la mia preghiera e la mia confessione al Signore mio Dio: “Signore Dio, grande e tremendo, che osservi l’alleanza e la benevolenza verso coloro che ti amano e osservano i tuoi comandamenti, abbiamo peccato e abbiamo operato da malvagi e da empi, siamo stati ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi comandamenti e dalle tue leggi! Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i profeti, i quali hanno in tuo nome parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, ai nostri padri e a tutto il popolo del paese. A te conviene la giustizia, o Signore, a noi la vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli uomini di Giuda, per gli abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini e lontani, in tutti i paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno commesso contro di te. Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, ai nostri principi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; al Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo ribellati contro di lui, non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio nostro, né seguito quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi servi, i profeti. Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, s’è allontanato per non ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi l’esecrazione scritta nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo peccato contro di Lui. Egli ha messo in atto quelle parole che aveva pronunziate contro di noi e i nostri governanti, mandando su di noi un male così grande quale mai, sotto il cielo, era venuto a Gerusalemme. Tutto questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto nella legge di Mosè. Tuttavia, noi non abbiamo supplicato il Signore Dio nostro, convertendoci dalle nostre iniquità e seguendo la tua verità. Il Signore ha vegliato sopra questo male, l’ha mandato su di noi, poiché il Signore Dio nostro è giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la sua voce. (Daniele 9, 3-15)

Signore, ascolta; Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza indugio, per amore di te stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato invocato sulla tua città e sul tuo popolo”» (Dan. cap.9,19 )

Essere complice o Cadere nell’errore o nel peccato …

“Nessuno, quand’è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; Invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. Poi la concupiscenza, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato, quando è compiuto, produce la morte.” Giacomo cap.1, 13-15.

Il peccato è il risultato di un concepimento quando la mia mente è d’accordo con il desiderio (o la passione) che abita nella mia carne, o la natura umana. Ciò vuol dire che commettere peccato è qualcosa che io scelgo di fare e il peccato non può essere commesso se non sono d’accordo.

La mia volontà” è un altro termine per indicare il peccato nella carne che tutti abbiamo ereditato. Copre una miriade di cose, tra cui l’orgoglio, l’impazienza, l’egoismo, l’ingiustizia, l’irritazione, la pigrizia, la vanità, le lamentele, l’impurità sessuale, l’incredulità, lo scoraggiamento, l’invidia, l’avidità, l’ingratitudine ecc.

Invece la tentazione non è peccato, ma una prova della mia fede e attraverso il vangelo, posso resistere nelle tentazioni senza commettere peccato!

Se abbiamo commesso peccato contro altre persone e le abbiamo danneggiate, dobbiamo se possibile, mettere a posto le cose. Tuttavia, dobbiamo anche gettare nello stesso mare i peccati che altri hanno commesso contro di noi. Come Dio ci perdona … così dobbiamo essere in grado di perdonare il nostro prossimo per i suoi peccati e le ingiustizie fatte contro di noi.

Perché se voi perdonate agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe. (Matteo cap. 6, 14-15)

Dobbiamo correggere il nostro io … in DIO

Tutti noi abbiamo un innato senso per ciò che è giusto e sbagliato, una “voce interiore” che valuta tutti i nostri pensieri, le parole e le azioni. Questa “voce interiore” è chiamata coscienza e mi dà le informazioni se qualcosa è moralmente giusto o sbagliato.

Se mi irrigidisco in una o più cose della mia vita e agisco deliberatamente contro la mia coscienza volta dopo volta, posso finire con l’avere una coscienza danneggiata. Attraverso ripetute disobbedienze, la coscienza è “spenta”, col risultato che posso fare ciò che in effetti so essere sbagliato, senza sentirmi più in colpa nella mia coscienza. Ovviamente questa è una condizione estremamente pericolosa. Tuttavia, se mi pento con tutto il cuore e inizio a servire Dio e a fare la sua volontà, lo Spirito Santo mi può mostrare anche questi miei errori. Devo allora iniziare a combattere una dura battaglia contro questo peccato e mettere in ordine le mie cose.

Se voglio fare la volontà di Dio, lo Spirito Santo illuminerà la mia vita dove la coscienza non è sensibile a sufficienza per reagire. Lo Spirito mi mostrerà il peccato che abita nella mia carne (la mia natura umana). Se sono obbediente allo Spirito e alla sua guida, la mia coscienza si svilupperà ed accrescerà in grazia.

Gesù stesso visse una vita in terra come un essere umano, con la stessa natura che abbiamo noi, ma Lui non commise mai peccato perché non ha mai vissuto secondo i desideri che abitavano nella sua carne, è stato tentato, ma la sua ferma determinazione fin dall’inizio era: “Non la mia volontà, ma la tua sia fatta!”

Gesù aveva una propria volontà che non era in accordo con quella del Padre. Nelle situazioni quotidiane della vita quando era tentato all’impazienza, irritazione, invidia, scoraggiamento ecc. il Padre gli mostrava che la sua reazione non era mai dovuta a causa degli altri o della situazione, ma sempre il risultato del peccato nella stessa carne di Gesù. Per vincere Gesù doveva umiliarsi. Doveva iniziare una battaglia contro il peccato e mantenere la sua promessa: “Non la mia volontà, ma la tua sia fatta!” Gesù era veramente un uomo come noi. Dio non gli diede alcun privilegio speciale o non rese la via più facile per Lui, perché altrimenti tutta l’opera di salvezza sarebbe stata corrotta e priva di valore. Gesù ha combattuto una battaglia disperata contro il peccato nella sua carne e ha avuto bisogno di aiuto. Le sue “alte grida e lacrime” furono ascoltate perché erano genuine, il risultato di voler servire soltanto Dio. “nei giorni della sua carne, con alte grida e con lacrime egli offrì preghiere e suppliche a colui che poteva salvarlo dalla morte ed è stato esaudito per la sua pietà. Benché fosse Figlio, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì.” (Ebrei cap.5, 7-8).

Dio gli ha insegnato l’ubbidienza e gli ha dato la forza e la determinazione di cui aveva bisogno per rinunciare ogni volta a se stesso. Gesù sa cosa significhi essere una persona. “Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza commettere peccato.”

Quanto sono disperato io nel voler ottenere la vittoria? Quanto sono alte le mie grida a Dio? Quanto voglio io obbedire? Voglio essere salvato dalla morte? Per vincere come ha vinto Lui, ho bisogno di seguire Gesù in ogni cosa, anche nel modo in cui prego a Dio per ricevere aiuto.

Per vincere come ha vinto Lui, ho bisogno di prendere la stessa decisione e di rimanervi fedele, indipendentemente da quello che accade o da come mi sento.

“Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.” (Ebrei cap. 4,16). Il momento opportuno è quando sono tentato, quando vedo e sento il peccato nella mia carne, quando ho difficoltà nel mantenere me stesso puro e non commettere peccato. Se prego per ricevere aiuto come ha fatto Gesù, con umiltà e con alte grida e lacrime, disperato per ottenere vittoria ed essere salvato dalla morte, allora riceverò aiuto.

Lo Spirito Santo verrà e mi mostrerà la via da percorrere. E la via è sempre: “Soffrire nella carne, come ha fatto Gesù!” Se umilio me stesso e sono disposto a ubbidire, Lui mi darà la forza e la determinazione di cui ho bisogno per resistere nella mia battaglia. Lui mi darà luce e comprensione per vedere quanto sia odioso il peccato e quanto sia grande la mia vocazione celeste. Lui mi darà la Parola di Dio come guida, aiuto e arma.

Quando leggo la Bibbia, mi riempio della sapienza di Dio. È un’arma che lui mi ha dato; parole da usare contro l’inganno di Satana come ha fatto Gesù, parole che mi mostrano quello che devo fare, parole di conforto. Devo fare esattamente quello che leggo. Allora brandisco la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio. Svelo completamente le bugie e l’inganno di Satana e vinco tutte le tendenze peccaminose nella mia carne. Vivendo secondo queste parole divento invincibile.

Iniziando a obbedire alla sua parola, ci rendiamo conto che le passioni e le concupiscenze nella nostra carne continuano ad esistere dopo la nostra conversione. Siamo ancora tentati come prima e non abbiamo la forza per rompere i legami e liberarci da essi. Siamo intrappolati nel fare gli stessi errori e cadere ripetutamente nelle stesse debolezze … allora… andiamo a Dio in preghiera per ricevere il suo perdono, Lui perdona con gioia.

Molti credenti vivono in questa fase senza mai fare alcun ulteriore progresso. Si lamentano delle loro debolezze, vagando in un circolo vizioso di peccato e perdono. Cadono gradualmente in uno stato di apatia, credendo che la vita non possa essere diversamente. Generalmente parlando, sono felici con le devozioni giornaliere e le routine regolari cristiane. Alcuni di loro si danno a un’opera intensa cristiana e caritatevole, che dà loro un certo grado di gioia e soddisfazione.

Quando Dio ci mostra le nostre debolezze, l’intento non è che vi rimaniamo. Dobbiamo progredire. Ricevere il perdono dei peccati è un grande dono che conduce alla vita, ma l’intento è seguire Gesù e giungere ad una vita vittoriosa.

“Se viviamo dello Spirito, camminiamo anche guidati dallo Spirito.” Galati 5:25.

Una persona che ha ricevuto lo Spirito Santo entra in uno stato di benessere spirituale, e c’è un pericolo che si fermi in questo stato, senza fare il progresso per il quale lo Spirito Santo gli era stato inviato come aiuto. Ma Gesù va sempre più a fondo. Lui vuole condurci in un riconoscimento più profondo così che possiamo raggiungere una vita più alta.

CONCLUDENDO

è importante notare che il perdono non è un sentimento, è una scelta. Scegliere il perdono significa che devi andare da Dio in ginocchio per ricevere la forza di perdonare. Significa scegliere di non lasciare che i pensieri di odio regnino nel tuo cuore. Significa andare a Dio per trovare aiuto e conforto invece di rimanere nel passato, anche quando i nostri sentimenti farebbero tutt’altro. La forza di cui abbiamo bisogno per questo la riceviamo dallo Spirito Santo. Gesù, “oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente”. 1 Pietro 2:23.

Dare il perdono è un atto di amore da cui tutti guadagnano, non è un’opzione ma una necessità, che «non nega i torti subiti ma riconosce che l’essere umano, creato a immagine di Dio, è sempre più grande del male che commette». Il perdono è «l’essenza dell’amore che sa comprendere l’errore e apporvi un rimedio».

Chi lo dà perché tira una linea e sfiora l’amore incondizionato, entra in compassione, si sente in pace. Chi lo riceve perché può «sperimentare la gioia, la pace e la libertà interiore per aprirsi alla possibilità di perdonare a sua volta». Papa Francesco

fonte: redazione – www.aleteia.org – www.cristianesimoattivo.it

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