Se nell’intimità non si riesce a trattenere la propria passione e a controllare l’eiaculazione, occhio alla prostata. Il problema, infatti, potrebbe non essere – diversamente da quanto si crede – l’ansia da prestazione ma un’infiammazione di questa ghiandola, deputata alla produzione del liquido seminale. Delle prostatiti come causa di Eiaculazione Precoce, della conseguente natura organica e non solo psicologica di questa disfunzione sessuale e delle sue possibili soluzioni se ne parlato , all’83° Congresso della Società Italiana di Urologia (SIU). “La soluzione, va detto subito, sta nell’ambulatorio del medico – sottolinea il Prof. V. Mirone, Segretario Generale della Società -. Per quanto l’uomo italiano abbia ancora molte resistenze a parlare del proprio problema con il medico (e con la partner), il ricorso a quest’ultimo è indispensabile. E’ l’unico in grado di capire se dietro la sua precocità si nasconde una prostatite (o altre cause) e indicare il percorso terapeutico più efficace.”
EP e prostatite
La prostatite, presente in tutte le fasce di età ma soprattutto fra i 18 e i 45 anni, si può manifestare con un esordio acuto – con febbre alta, brividi, affaticamento e difficoltà di minzione – oppure cronico – con dolore e senso di peso nella zona tra ano e testicolo, dolenzia nella regione al di sopra del pube e talvolta aumento della frequenza urinaria e dolore o bruciore a livello dell’uretra. Può anche essere praticamente asintomatica e rivelarsi solo come Eiaculazione Precoce. “E’ una scoperta tutta italiana che abbiamo fatto all’Università dell’Aquila già dieci anni fa. Da allora numerosi studi in tutto il mondo hanno confermato la validità della nostra osservazione”, – sottolinea il Prof. Jannini, coordinatore della Commissione Scientifica della SIAMS e autore della lettura magistrale sul tema al Congresso SIU – Scoprimmo infatti che l’infiammazione prostatica era presente nel 56,5% dei soggetti con Eiaculazione Precoce; tra questi il 47,8% era affetto da prostatite batterica. Va rilevato che proprio grazie al mio studio è stato possibile mettere in evidenza, per la prima volta, non solo la correlazione tra EP e prostatiti, ma anche il fattore organico come causa di questa disfunzione sessuale, fino a quel momento ritenuta di eziologia esclusivamente psicologica. È stata una sorta di pietra miliare nella conoscenza della natura organica di questa patologia”.
Primaria, Secondaria ma non solo psicologica
“In effetti, sulla base degli studi condotti nel corso degli ultimi anni – continua il Prof. V. Mirone – non è più possibile ritenere l’EP un disagio legato alla sfera psicologico-relazionale. Si tratta di una vera e propria patologia con cause organiche ormai ben identificate”. Infatti, oltre alla prostatite anche altre patologie a carico del sistema endocrino e neurologico possono esserne una causa. Si parla in questi casi di EP secondaria, cioè derivante da patologie a monte del problema eiaculatorio. Ma esiste anche (ed è molto diffusa) una forma di EP cosiddetta primaria, dipendente da cause neurobiologiche, determinate geneticamente e responsabili di una ridotta concentrazione di una sostanza, la serotonina, che provoca la mancanza di controllo nel riflesso eiaculatorio. La forma secondaria (in cui si possono avere anche deficit di serotonina) insorge dopo un periodo normale di attività sessuale. La primaria è invece presente fin dai primi rapporti ed è per questo che è detta anche “lifelong”.
“È evidente che ridurre l’EP alla sola dimensione psicologica non solo non è corretto ma, soprattutto, rischia di far perdere agli uomini l’opportunità di risolvere il problema una volta per tutte. – aggiunge il Prof. Jannini – In effetti, se l’uomo non considera la possibilità che la sua velocità a letto possa dipendere da un problema, ad esempio, alla prostata, si preclude l’opportunità di trovare una soluzione”.
fonte:paginemediche.it