Antonio Cavalieri Ducati, padre dei tre fratelli Ducati e co-fondatore dell’azienda.
I tre fratelli Cavalieri Ducati:Adriano Bruno e Marcello.
Il primo prodotto, il condensatore Manens per apparecchi radio,
In questo periodo la Ducati si sviluppa ulteriormente all’estero e apre sedi e filiali a Londra, Parigi, New York, Sidney e Caracas, assicurando un servizio e un’assistenza diretta ai propri clienti in tutti i principali mercati mondiali.
Nel settembre 1946, alla Fiera di Milano, compare il Cucciolo: il piccolo motore ausiliario per biciclette destinato a diventare il più famoso nel mondo.
Venduto prima in scatola di montaggio da applicare alla bicicletta, ha ben presto un proprio telaio costruito dalla Caproni di Trento (altro marchio famoso in campo aeronautico) su brevetto di Capellino. In breve tempo il Cucciolo diventa una vera e propria motocicletta in miniatura. Grazie al successo del Cucciolo e dei suoi derivati, Ducati diventa un marchio affermato anche nel settore meccanico.
L’anno successivo Ducati presenta una 98cc, economica e spartana, che verrà presto maggiorata a 125cc.Nel 1954 arriva in Ducati un personaggio destinato a diventare un mito:
l’ingegner Fabio Taglioni, “doctor T”. Insegnante alla “Tecniche” di Imola, Taglioni ha già realizzato motori dalle caratteristiche tecniche originali e dalle prestazioni sbalorditive. Il disegno Taglioni, ardito e anticonformista, ha il suo battesimo nelle corse.
Fin dal debutto in Ducati, Taglioni vuole infatti dimostrare la qualità delle sue soluzioni partecipando alle gare di Granfondo come la “Milano-Taranto” e il “Giro d’Italia”.
Alla fine del 1956 nella gamma Ducati figura una 175 a 4 tempi per modelli Turismo, Special e Sport capaci di notevoli prestazioni (110-120-135 km/h).
Nel 1957 al Salone di Milano figura insieme ai modelli citati anche un modello “America”. Nel corso del 1958 la Ducati produce anche l'”Elite” di 200cc. Il 1958 è anche l’anno del trionfo del sistema Desmodromico che l’ingegner Taglioni ha studiato dal 1955.
Da questo progetto prende vita, nel 1960, il famoso Bicilindrico di 250cc, richiesto alla Ducati dal pilota inglese di fama mondiale Mike HailwoodTM, con il preciso intento di ottenere una macchina dalle prestazioni “superiori” capace di vincere sempre.
La crisi del mercato motociclistico italiano segnò per quasi tutti gli anni ‘60 una notevole flessione nelle vendite, che interessò anche la Ducati. L’avvento delle autovetture “utilitarie”, prima fra tutte la Fiat 500, fu la causa principale di questo crollo, senza dimenticare il ritiro dalle competizioni di alcuni degli storici marchi motociclistici italiani, tra i quali: Gilera, Moto Guzzi e Mondial, avvenuto nel 1957.L’allora amministrazione statale, quindi, decise di ridurre drasticamente le spese per la gestione dell’azienda di Borgo Panigale, sia per quanto riguarda le competizioni che per la produzione di modelli stradali. La Ducati entra in una sorta di “letargo” dal quale si risveglierà solo nella seconda metà degli anni ‘60. In questo periodo, infatti, vengono privilegiati progetti per i mercati esteri, che solo più tardi verranno convertiti per il mercato italiano e mondiale. Nel 1962 nasce lo Scrambler 250 per il mercato statunitense, che diverrà più tardi un’icona generazionale, in particolare per il mercato italiano. Inoltre, nei primi anni ‘60 viene sviluppato uno dei progetti più ambiziosi e sfortunati al tempo stesso, l’Apollo, che vide nascere la prima idea di un motore a “elle” di 90°.
Nel 1964 si aggiunge alla serie prestigiosa dei monocilindrici commerciali anche un modello di 250cc nelle versioni: Diana, Monza Aurea e più tardi GP, capace di velocità vicine ai 150km/h, prestazioni davvero eccezionali per il tempo. Da questo modello discendono direttamente tutti i monocilindrici Ducati fino ai conosciutissimi “Scrambler” di 250, 350 e 450cc.
A partire dal 1967, poi, Ducati decide di rivoluzionare i suoi propulsori introducendo il sistema Desmodromico, fino ad allora utilizzato solo sulle moto da corsa. Vengono così introdotte due nuove cilindrate, 350 e 450cc, che verranno largamente utilizzate anche nella prima metà degli anni ‘70.
Nelle competizioni, Ducati, pur non potendo partecipare ufficialmente con una sua squadra, elabora la Mach 250, in grado di superare il tetto dei 150km/h, e conquista così il cuore degli sportivi.
Ma non è finita qui! Nel 1968 li strega con le fantastiche prestazioni (oltre 170km/h) della 450 Mark 3D, la prima Ducati di serie dotata di distribuzione Desmodromica.
Nel 1978 Mike Hailwood™, cresciuto con le monocilindriche Ducati, torna di nuovo in sella al “Tourist Trophy” e, strabiliando pubblico e appassionati, vince la Formula 1 TT sul mitico “Mountain”. La moto è una Super Sport portata a 900cc di cilindrata. In ricordo dell’eccezionale impresa la Ducati realizza, a tiratura limitata, la splendida 900 SS Mike Hailwood™ Replica.
Cambiamenti e sviluppi… anni 80
L’avventura inizia nel 1988 con Marco Lucchinelli che porta al debutto la 851, realizzata dall’Ing. Massimo Bordi.
Ducati immagazzina un numero impressionante di titoli, con piloti destinati a diventare leggende nella storia della SBK, primo tra tutti Carl Fogarty, ma anche Doug Polen, Troy Corser e Giancarlo Falappa.Relativamente alla produzione di moto stradali, Ducati scrive una delle pagine più belle ed intense della propria storia. Sulla base delle esperienze maturate nelle competizioni, la 851 e 888 diventano le prime Superbike stradali a disposizione del grande pubblico di appassionati. Nel 1993 nasce il Monster,
Tuttavia, i successi conseguiti in SBK e i grandi consensi per le moto stradali marcate Ducati non poterono evitare una nuova crisi, dovuta ad una gestione aziendale non sempre accorta del gruppo Cagiva, che fu obbligato a cedere, nel settembre 1996, la proprietà della Ducati al fondo d’investimento americano Texas Pacific Group. La nuova gestione avviò un profondo cambiamento gestionale, commerciale e di marketing, che potenziò Ducati al punto da trasformarla in uno dei brand più forti nel panorama motociclistico.
Al tempo stesso, il lancio della famiglia ST permette alla Ducati di entrare nel segmento Sport Touring del mercato.
La Ducati inizia a trasformarsi da un’azienda puramente metalmeccanica in un’azienda di intrattenimento. Ora offre un’esperienza motociclistica completa, incentrata sull’eccellenza tecnologica delle sue moto, ma che si estende anche alle corse, alla tradizione, agli accessori e all’abbigliamento. Il primo World Ducati Weekend sottolinea la rinnovata consapevolezza della “community” Ducati, riunendo a Misano 10.000 Ducatisti provenienti da tutto il mondo.
L’era del turn-around raggiunge il suo apice il 24 marzo del 1999 con l’entrata del titolo Ducati Motor Holding nelle Borse di New York e di Milano.
Nel 2001 l’azienda celebra i 100.000 Monster prodotti dal 1993 e presenta la Multistrada, Sul fronte delle corse, con una fantastica doppia vittoria ad Assen, Troy Bayliss vince il Mondiale Superbike e Ducati Corse annuncia l’intenzione di partecipare al Mondiale MotoGP dal 2003, con il nuovo motore Desmosedici. Questo è anche l’anno in cui Ducati organizza il primo corso di scuola guida su due ruote dedicato alle donne e sponsorizza la prima rievocazione storica del Motogiro d’Italia. Il 2001 verrà ricordato inoltre come l’anno della scomparsa di Bruno Cavalieri Ducati, ultimo dei tre fratelli fondatori dell’azienda, e di Fabio Taglioni, padre del motore bicilindrico a “L” di 90°Nel 2002. viene presentata la 999,
Dopo due anni di sviluppo, nel 2003 la Multistrada diventa una realtà.
L’edizione 2004 del WDW attira più appassionati che mai: sul palco della manifestazione, Federico Minoli annuncia il progetto Desmosedici RR,
Nel 2005 Ducati annuncia il progetto Hypermotard, la cui produzione sarà completata due anni più tardi. A dicembre il gruppo italiano Investindustrial diventa l’azionista di maggioranza di Ducati.
Nel 2006, in occasione del GP del Mugello, la Desmosedici RR viene presentata al pubblico. Nasce la 1098, che prenderà il posto della 999, subito eletta “Miglior Design” dell’anno.
Nel luglio del 2012 – viene completata l’acquisizione della totalità del pacchetto azionario Ducati Motor Holding da parte di AUDI AG, per tramite della sua controllata Automobili Lamborghini S.p.A.
L’assemblea di Ducati Motor Holding nomina il nuovo Consiglio di Amministrazione, composto dall’Amministratore Delegato di AUDI AG, Rupert Stadler, che è stato nominato Presidente del CDA, e dai consiglieri Gabriele Del Torchio e Claudio Domenicali per quanto riguarda Ducati, Horst Glaser e Axel Strotbek, di provenienza AUDI AG.
Successivamente, nel 2013 – Claudio Domenicali, Direttore Generale e membro del Consiglio di Amministrazione di Ducati, viene nominato successore di Gabriele Del Torchio.
L’attuale CEO di Ducati Motor Holding, Claudio Domenicali, è entrato in Ducati nel 1991, avendo conseguito la laurea in ingegneria meccanica presso l’Università degli Studi di Bologna. Dopo un percorso professionale di crescita all’interno dell’azienda, diventa Amministratore Delegato Ducati Corse nel 1999, nel 2005 diventa Direttore R&D prodotto e nel 2009 viene nominato Direttore Generale, responsabile dei processi di Sviluppo Prodotto ed Operations. Dal 2012 viene confermato all’interno del nuovo CdA, costituito dopo l’acquisizione di Ducati Motor Holding da parte del Gruppo Audi.
Il nuovo decennio inaugura per Ducati molte importanti novità, sia in termini di innovazione di prodotto sia dal punto di vista della crescita commerciale e industriale.Nuove sfide vengono raccolte nella produzione di modelli nuovi e tecnologicamente avanzati: tra questi emergono la Multistrada 1200,
Quelli del 2010 sono anche gli anni del passaggio di proprietà da Investindustrial ad Audi, della nomina ad Amministratore Delegato di Claudio Domenicali – manager già noto nel mondo racing e legato anche allo sviluppo di alcuni prodotti dell’azienda – e della partenza di attività commerciali e produttive all’interno di mercati esteri quali il Brasile e la Thailandia.