Giovedì, II di Avvento – B. Maria Vergine di Loreto – PRIMA LETTURA Is 41,13-20 – Dal Salmo 144 (145) – VANGELO Mt 11,11-15
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli subisce violenza e i violenti se ne impadroniscono». Nella storia della Chiesa è sempre serpeggiata una tendenza eretica volta a lasciare fare tutto a Dio. Se è vero che tutto è dono, tutto è grazia, che nulla siamo senza di lui, né possiamo fare nulla senza di lui (cfr Gv 15,5), è anche vero, come afferma sant’Agostino, che Dio non può salvarci senza il nostro assenso, la nostra coo-perazione, la nostra adesione al suo piano salvifico. Per cui è vero che è la grazia della Redenzione che scaturisce dall’unico sacrificio di Cristo che ci dona la salvezza, ma è anche vero che non possiamo scadere nel quietismo (così era definita tale ere-sia) di chi, con la scusa che tutto dipende da Dio, non fa nulla per cooperare e corrispondere alla sua chiamata. Eppure il Vangelo afferma chiaramente che senza la volontà dell’uomo Dio non può operare (cfr Mc 6,5-6), ci lascia liberi di allontanarci tristi da lui (cfr Mt 19,22), e perfino di tradirlo e rinnegarlo (come Giuda o Pietro). Per ottenere il regno dei cieli bisogna operare scelte quotidiane, anche dolorose. Non chi dice: “Signore, Signore”, ma chi fa la volontà del Padre entra nel regno dei cieli. E per fare la volontà del Padre bisogna prendere posizione, operare selezioni, fortificare la volontà anche attraverso esercizi di abnegazione e rinnegamento di sé. Facile dire: “tutto è grazia!” e poi continuare una vita di peccato. Più difficile vivere quanto afferma S. Paolo: «Tutto è lecito, ma non tutto edifica» (1Cor 6,12; 10,23). E se non tutto edifica devo operare per togliere dalla mia vita il lievito vecchio e corruttibile.
Pane di oggi: Spirito Santo, concedimi il dono della fortezza perché ottenga la grazia di allontanare con fermezza ogni via di peccato.
Azione: Più è radicato in me il peccato, con più forza devo reciderlo.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=1
Da… una riflessione di papa Giovanni Paolo II, riferendosi alla Santa Casa di Loreto: “Quello Lauretano è un Santuario mirabile. In esso è inscritta la trentennale esperienza di condivisione, che Gesù fece con Maria e Giuseppe. Attraverso questo mistero umano e divino, nella casa di Nazaret è come inscritta la storia di tutti gli uomini, poiché ogni uomo è legato ad una ‘casa’, dove nasce, lavora, riposa, incontra gli altri e la storia di ogni uomo, è segnata in modo particolare da una casa: la casa della sua infanzia, dei suoi primi passi nella vita.
Ed è eloquente ed importante per tutti che quest’Uomo unico e singolare, che è il Figlio unigenito di Dio, abbia pure voluto legare la sua storia ad una casa, quella di Nazaret, che secondo il racconto evangelico, ospitò Gesù di Nazaret lungo l’intero arco della sua infanzia, adolescenza e giovinezza, cioè della sua misteriosa maturazione umana… La casa del Figlio dell’uomo è dunque la casa universale di tutti i figli adottivi di Dio. La storia di ogni uomo, in un certo senso, passa attraverso quella casa”…
A partire da papa Clemente V che con una bolla del 18 luglio 1310 confermò indirettamente l’autenticità della Santa Casa, i papi nei secoli successivi confermarono nuovamente la loro devozione alla Vergine Lauretana, specie in drammatiche circostanze.
Ma le origini dell’antica e devota tradizione della traslazione della Casa dalla Palestina a Loreto, risalgono al 1296, quando in una visione, ne era stata indicata l’esistenza e l’autenticità ad un eremita, fra’ Paolo della Selva e da lui riferita alle Autorità.
Ciò ci è narrato da una cronaca del 1465, redatta da Pier Giorgio di Tolomei, detto il Teramano, che a sua volta l’aveva desunta da una vecchia ‘tabula’ consumata, risalente al 1300. Si riportano alcuni passi più significativi, che poi sono stati tramandati nelle narrazioni, più o meno arricchite nei secoli successivi; “L’alma chiesa di santa Maria di Loreto fu camera della casa della gloriosissima Madre del nostro Signore Gesù Cristo… La quale casa fu in una città della Galilea, chiamata Nazaret.
E in detta casa nacque la Vergine Maria, qui fu allevata e poi dall’Angelo Gabriele salutata; e finalmente nella stessa camera nutrì Gesù Cristo suo figliuolo… Quindi gli apostoli e discepoli consacrarono quella camera in chiesa, ivi celebrando i divini misteri…
Ma dopo che quel popolo di Galilea e di Nazaret abbandonò la fede in Cristo e accettò la fede di Maometto, allora gli Angeli levarono dal suo posto la predetta chiesa e la trasportarono nella Schiavonia, posandola presso un castello chiamato Fiume (1291).
Ma lì non fu affatto onorata come si conveniva alla Vergine… Perciò da quel luogo la tolsero nuovamente gli Angeli e la portarono attraverso il mare, nel territorio di Recanati (1294) e la posero in una selva di cui era padrona una gentildonna chiamata Loreta; da qui prese il nome la chiesa: ‘Santa Maria di Loreta…”.
Per il gran numero di gente, purtroppo succedevano anche ladrocini e violenze, per cui continua il racconto, gli Angeli la spostarono altre due volte, sempre per gli stessi motivi, depositandola alla fine sul colle, nella notte del 9-10 dicembre 1294, dove si trova attualmente.
“Allora accorse tutto il popolo di Recanati a vedere la detta chiesa, che stava sopra la terra senza alcun fondamento. Per la qual cosa, il popolo considerando così gran miracolo e temendo che detta chiesa non venisse a rovina, la fecero circondare da un altro ben grosso muro e di buonissimo fondamento, come ancor oggi chiaramente si vede”.
Loreto è considerata la Lourdes italiana e tanti pellegrinaggi di malati vengono organizzati ogni anno, con cerimonie collettive come quelle di Lourdes; aggiungo una mia piccola esperienza personale, in ambedue i luoghi sacri a Maria, ho sentito improvvisamente la necessità di piangere, come se avvertissi la spiritualità nei due ambienti permeati della sua presenza.
Innumerevoli sono i luoghi pii, chiese, ospedali o di assistenza, come pure delle Congregazioni religiose, intitolati al nome della Vergine di Loreto, il suo nome cambiato in Loredana è fra i più diffusi fra le donne; infine come non ricordare le “Litanie Lauretane” che dal XII secolo sono divenute una vera e propria orazione alla Vergine, incentrata sui titoli che in ogni tempo le sono stati tributati, anche con riferimenti biblici. Le “Litanie Lauretane” sostituirono nella cristianità, quelle denominate ‘veneziane’ (in uso nella basilica di S. Marco e originarie di Aquileia) e quelle deprecatorié (ossia di supplica, originarie della Germania).
La celebrazione liturgica nella Chiesa Cattolica è al 10 dicembre con il nome “Traslazione della Santa Casa di Loreto”.
fonte: http://www.santiebeati.it