Beata Maria Teresa Fasce, Religiosa – Un po’ di Pane Spirituale per Camminare in Cristo – lunedì 18 gennaio 21

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Lunedì della II settimana T.O. – PRIMA LETTURA Eb 5,1-10 Salmo 109 (110) – VANGELO Mc 2,18-22

Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».

con il digiuno il credente intende sottomettersi umilmente a Dio, confidando nella sua bontà e misericordia. Anche i Padri della Chiesa parlano della forza del digiuno, capace di tenere a freno il peccato, reprimere le bramosie del “vecchio Adamo”, ed aprire nel cuore del credente la strada a Dio. Il digiuno è inoltre una pratica ricorrente e raccomandata dai santi di ogni epoca. Scrive san Pietro Crisologo: “Il digiuno è l’anima della preghiera e la misericordia la vita del digiuno, perciò chi prega digiuni. Ai nostri giorni, la pratica del digiuno pare aver perso un po’ della sua valenza spirituale e aver acquistato piuttosto, in una cultura segnata dalla ricerca del benessere materiale, il valore di una misura terapeutica per la cura del proprio corpo. Digiunare giova certamente al benessere fisico, ma per i credenti è in primo luogo una “terapia” per curare tutto ciò che impedisce loro di conformare se stessi alla volontà di Dio, perciò chi prega digiuni.

…come i discepoli di Giovanni, praticavano digiuni supplementari per affrettare con la pietà la venuta del regno (cfr. Lc 18,12). Gesù, con la sua risposta, fa intendere che ormai questo legalismo asfissiante è da abolire, all’orizzonte vi sono tempi nuovi, i tempi messianici. Lo Sposo è già arrivato e viene donato uno Spirito nuovo: il giudaismo, con ciò che è in esso ha di effimero nell’economia della salvezza, è al tramonto, ora è instaurato in Gesù il regno di Dio: un regno di giustizia, di pace e di gioia nello Spirito Santo (cfr. Rom 14,17).

…i rapporti tra l’Antico e il Nuovo Testamento. Nell’Antico lo Sposo non era ancora arrivato, nel Nuovo è presente nella persona di Cristo. Con lui hanno inizio i tempi messianici, un ‘epoca nuova e diversa da quella precedente. Il digiuno dei Giudei va pertanto inteso, nel complesso delle loro osservanze religiose, come preparazione di tutto il popolo alla venuta del Messia. Cristo fa costatare lo differenza tra lo spirito che egli porta e quello del giudaismo contemporaneo.

Non intende mettere una toppa di panno nuovo, che è il vangelo, sul vestito vecchio di quelle esperienze religiose, per quanto fossero rispettabili. Né pensa di versare il vino nuovo del vangelo negli otri vecchi delle istituzioni giudaiche, perché, se facesse così, rischierebbe di perdere tanto gli otri vecchi quanto il vino nuovo.

Non si tratta di « rifare la faccia » a una vecchia consuetudine, ma di sostituirla con un’altra completamente nuova.

Digiunare significa, al contrario, sciogliere le catene inique, liberare gli oppressi, accogliere i maltrattati, dare il pane agli affamati, offrire un tetto ai miseri senza tetto (Is 58,6-8).
Digiuno significa rendersi conto della necessità del fratello e attivarsi per lui.
Gesù spiega all’uomo religioso che cosa c’è in gioco allorché voglia digiunare (Mt 6,17s.). Per il cristiano digiuno non significa astinenza da cibi e bevande, ma essere disponibili verso il fratello, per essere, così, disponibili nei confronti di Dio.

fonte:http://radici3.blogspot.com/2021/01/

Beata Madre Teresa Fasce | Madre teresa, Fasce, Madre

Nata nel 1881 a Torriglia, nell’entroterra genovese da una famiglia borghese molto religiosa, nonostante la contrarietà della famiglia, nel 1906 entra nel monastero agostiniano di Santa Rita a Cascia di cui sarà abbadessa dal 1920 fino alla morte, nel 1947. Diventa propagatrice della devozione a santa Rita anche grazie al periodico «Dalle Api alle rose»; realizza l’«alveare di santa Rita» per accogliere le «apette», le piccole orfane. Riesce a realizzare un santuario che non vedrà ultimato e che sarà consacrato quattro mesi dopo la sua morte. La sua esistenza è contrassegnata da gravi malattia a partire da un tumore al seno col quale convive per 27 anni. Non a caso oggi viene invocata dalle fedeli colpite da questa malattia. Scomparsa il 18 gennaio 1947, Giovanni Paolo II l’ha proclamata beata il 12 ottobre 1997.

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