Martedì, I di Avvento – B. Charles de Foucald – PRIMA LETTURA Is 11,1-10 – Dal Salmo 71 (72) – VANGELO Lc 10,21-24
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Gesù esultò di gioia nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, o Padre”». Gesù ci insegna la via della gioia: dare lode al Padre! Solo chi riesce ad uscire fuori dal proprio egoismo, dal piccolo mondo delle pene quotidiane, e si apre alla meraviglia di Dio e alla lode, può sentire nascere nel cuore la gioia che sgorga dallo Spirito Santo. La lode la si trova sulla bocca e nel cuore di chi ha la grazia di gioire per l’altro, gratuitamente, senza tor-naconto, senza misure. C’è chi non riesce a gioire perché fa ruotare la propria vita attorno ai problemi: tutto è affanno, tutto è motivo di nervosismo, tutto è giustificazione alla rabbia, tutto è sfortuna e disgrazia. C’è invece chi gioisce, ma solo per egoismo, in maniera superficiale ed effimera, solo perché in alcune occasioni le cose vanno secondo il proprio tornaconto: è una gioia falsa, che arriva anche ad alimentarsi delle disgrazie altrui (quando ottiene non giustizia ma vendetta, quando non risolve i propri guai ma li vede anche negli altri). E poi c’è la gioia, quella vera, quella piena e duratura, che è frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5,22) e in quanto tale inattaccabile, perché nulla la può turbare, niente ce la può strappare: è la gioia di sapersi amati e redenti, anche in mezzo a mille difficoltà, anche su una croce dolorosa; è la gioia di chi ha posto ogni fiducia nel Padre e sa che egli è fedele oltre ogni nostro merito.
Pane di oggi: O Dio, mia gioia e mia unica speranza, distogli il mio sguardo dalle cose vane, apri i miei occhi alle tue meraviglie, apri il mio cuore alla lode. Infondi in me il tuo Santo Spirito perché in lui possa gioire e darti gloria. Vieni, Signore, in me; fa’ nascere nella mia anima sentimenti di gratitudine e otterrò la pace.
Azione: Quando sento la tentazione di chiudermi in sterili lamenti, alzerò lo sguardo al Dio della lode: in lui troverò la vera gioia.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=1
Nel 1886, dopo aver ottenuto la medaglia d’oro della Società francese di geografia come riconoscimento per il suo viaggio esplorativo in Marocco, torna in Francia e si avvicina alla religione cattolica. Intraprende, pertanto, un cammino spirituale verso una vita di fede che fino a quel momento non gli è mai interessata.
Nel 1889 si trova a Nazaret, in Palestina, mentre un anno più tardi, ritornato in Francia, Charles de Foucauld entra nella trappa Notre Dame des Neiges. Trascorso qualche mese, prende la decisione di spostarsi in Siria, per ritirarsi in una trappa ancora più modesta, nella località di Akbes. Proprio in questo periodo si dedica all’ideazione di un progetto di congregazione religiosa. Dopo aver chiesto di essere dispensato dai voti, nell’autunno del 1896 è a Roma, mentre l’anno successivo viene lasciato libero dall’abate generale dei trappisti di seguire la vocazione. Torna a Nazaret per lavorare presso le monache Clarisse come domestico, e rimane in Palestina per tre anni. Assunta la decisione di diventare sacerdote, nel 1901, in Francia, viene ordinato prete. Ben presto si muove ancora, questa volta arrivando in Algeria, ai confini con il Marocco: si stabilisce, così, nel deserto del Sahara e inizia a vivere concentrandosi sull’assistenza ai poveri, sul lavoro manuale, sul silenzio e sulla preghiera. Intenzionato a fondare la congregazione religiosa dei Piccoli fratelli del Sacro Cuore, dà vita a un romitorio a Beni Abbes nel quale aiuta i poveri del posto. Dopo aver fondato un eremo a Tamanrasset (Algeria), comunque, lo studioso e religioso francese costruisce nei dintorni un fortino, con lo scopo di evitare le invasioni dei predoni e proteggere la popolazione. Tuttavia, è proprio in occasione di un assalto dei predoni che il 1° dicembre del 1916 Charles de Foucauld – in religione fratel Carlo di Gesù – muore. Il 13 novembre 2005 papa Benedetto XVI lo proclama beato.
fonte: https://biografieonline.it/biografia-charles-de-foucauld