Sant’Ilario di Poitiers, Vescovo e Dottore della Chiesa – Un Po’ di PANE Spirituale per Camminare in CRISTO mercoledì 11 gennaio 21

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Mercoledì I SETTIMANA T. O – Sant’Ilario di Poitiers, Vescovo e Dottore della ChiesaPRIMA LETTURA Eb 2,14-18 – Dal Salmo 104 (105)VANGELO Mc 1,29-39

Riflessione quotidiana per camminare in Cristo: <Guarì molti che erano affetti da varie malattie e scacciò molti demòni; ma non permetteva ai demòni di parlare, perché lo conoscevano.>

Nell’Antico Testamento: non fa ancora un collegamento tra il diavolo e i demoni o tra il diavolo e una caduta degli angeli (1Re 22,19-23; Is 14,12). Il tardo giudaismo chiama il diavolo Belial e Beelzebul, principe delle tenebre e capo degli angeli della perdizione; quindi si forma l’idea che il diavolo è diventato nemico di Dio a causa di una caduta nel peccato, e che egli operi per invidia, voluttà e sete di dominio. Nel Nuovo Testamento: il diavolo è la personificazione del male (Mt 13,19), il nemico (Mt 13,25.28; Lc 10,19). Egli si mette contro il piano divino della salvezza (Mt 4; Mc 4,15), rende gli uomini ciechi nei confronti della volontà di Dio (2Cor 4,4), conduce all’incredulità e al peccato (Ef 2,2). Il diavolo viene chiamato tentatore (Mt 4,3; 1Ts 3,5), padre della menzogna (Gv 8,44), principe di questo mondo (Gv 12,31), dio del mondo (2Cor 4,4).

La sconfitta del diavolo nella tentazione di Gesù (Mt 4,1-11) significa: per mezzo di Gesù è spezzato una volta per sempre il potere del diavolo ed egli è privato del potere che possiede come principe del mondo (Gv 14,30), però ciò non è ancora definitivo ma lo sarà solo con la parusia (2Ts 2,8; Ap 20,7-10).
Per ora gli uomini devono fare la loro scelta contro il diavolo che è possibile debellare per mezzo della parola di Dio e per mezzo della fede (Ef 6,11-18). Insieme al diavolo viene vinto anche l’anticristo che è suo servitore (1 Gv 2,18; 2Ts 2,8s).

Con questi interventi, Gesù non fa altro che adottare una pratica popolare assai diffusa nel mondo giudaico e pagano del suo tempo. Essa ha radici profonde nella mentalità delle civiltà antiche: Canaan, Egitto, Assiria, Babilonia, Persia e anche Grecia. In tutti questi paesi, da tempi immemorabili, la malattia è in genere attribuita alla «possessione » dell’uomo da parte di spiriti malvagi: i demòni.

L’origine arcaica di questa credenza è l’animismo: tutto quello che esiste in natura ha un’anima. Gli uomini sono sotto l’influsso di spiriti, buoni o cattivi; il potere malefico degli piriti cattivi richiede l’intervento di stregoni a di maghi: per mezzo di formule imprecatorie, dell’invocazione di nomi potenti, l’esorcista tenta di liberare il malato dallo spirito che lo irretisce

Nella Bibbia si opera una prima essenziale distinzione rispetto alle superstizioni pagane. La fede nel Dio unico ha ridotto lo spirito del male al rango di semplice creatura. «Satana» anche se personifica le forze del male non è una divinità: egli è sottoposto alla potenza del creatore. Il suo ruolo si limita semplicemente ad essere «l’avversario » del disegno di Dio riguardo agli uomini (cfr. Gb 1-2).

Gesù non è venuto a rivelare l’origine e la natura (troppo oscure!) del male: ma, affrontandolo, egli ha dimostrato il suo potere divino di liberare gli uomini da tutte le «alienazioni» psichiche, psicologiche e spirituali.

Gesù possiede lo spirito santo puro e caccia i forti spiriti impuri dalla loro casa, dal momento che è più forte di
loro. I demoni i manifestano soprattutto come causa di malattia e possessione. Per mezzo della cacciata dei demoni Dio diventa Signore su Satana.

Gesù vuole riportare la creazione allo stato iniziale di bontà. La salvezza abbraccia l’uomo intero visto nel suo mondo, quindi anche la corporeità. Agli occhi di Gesù ogni uomo è un malato in cerca di guarigione. Il potere di Gesù di cacciare i demoni è uno dei più importanti punti di partenza prepasquali per il titolo “Figlio di Dio”. La lotta di Gesù contro i demoni viene continuata dai discepoli (Mc 6,7) e dalla comunità (At 19,11-17). La potenza universale della superstizione e della falsa sapienza, la degenerazione della potenza politica e la sua trasfigurazione cultuale (cf. At 13,1ss) sono segni escatologici dell’impotente furore di Satana, il quale sa “che gli resta poco tempo” (Ap 12,12). La cacciata dei demoni a spettro universale è necessaria. La chiesa è forte soltanto nel nome di Gesù.

Il demonio può causare una malattia mentale? Se il demonio può indurre in tentazione, potrà anche farlo in forma continua, intensa, senza pausa, e cercare di provocare, per tanto, un’ossessione o una fobia o una depressione o altre malattie. Se abbiamo detto che può trasmettere specie intelligibili, potrebbe trasmetterle con una frequenza tale da perturbare seriamente la vita ordinaria della persona, fino al punto di squilibrarla. Farlo, può farlo, ma Dio impedisce il suo libero agire su di noi.
Qualsiasi azione del demonio sugli uomini deve essere permessa da Dio.
Alla domanda, quindi, se il demonio può essere la causa di malattie mentali, la risposta è: sì, se Dio glielo permette. Risposta che vale per tutto, anche per la domanda: possiamo contrarre una malattia mentale senza l’intervento del demonio? La risposta sarebbe esattamente la stessa: sì, se Dio lo permette. Si tratta di una risposta di carattere quasi universale.

Conosciuto il meccanismo interno che usa per provocare la tentazione – infondendo specie intelligibili nella nostra intelligenza, memoria e immaginazione – questo modus operandi si può anche usare in modo così insistente da squilibrare una persona. Il poterlo fare fa parte dei poteri del demonio. L’unica cosa che può impedirlo è la volontà di Dio. Ma lo impedisce sempre? Senza dubbio no. Se Dio non impedisce sempre l’azione delle cause naturali che provocano la malattia, neppure impedisce sempre l’azione del demonio. Tuttavia in questo ambito l’azione del demonio oltre il campo della tentazione, è un fatto eccezionale.

fonte: http://radici3.blogspot.com/2021/01/

Santo e Onomastico del giorno 13 gennaio. Si festeggia Sant'Ilario Poitiers

Nato in una famiglia pagana probabilmente nel 315 a Poitiers, subì subito il fascino della filosofia, cercando risposte nel pensiero neoplatonico. Ma la lettura della Bibbia gli fece conoscere il cuore della fede cristiana e lo avviò verso un itinerario di approfondimento destinato a renderlo un “dottore della Chiesa”. Subito dopo il Battesimo venne scelto come vescovo di Poitiers e come pastore e studioso s’impegnò a indagare la Verità contro le eresie del tempo, in particolare l’arianesimo. Questo gli costò anche sei anni di esilio, durante i quali continuò i suoi studi, dai quali nacque la sua opera più importante il “De Trinitate”. Morì nel 367. Pio IX lo ha proclamato Dottore della Chiesa.

fonte: www.santibeati.it

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