Giovedì, XXVIII Tempo Ordinario – S. Teresa d’Avila – PRIMA LETTURA Ef 1,1-10 – Dal Salmo 97 (98) – VANGELO Lc 11,47-54
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l’avete impedito». Due sono le accuse principali che Gesù rivolge ai Dottori della Legge: aver portato via la chiave della conoscenza; aver impedito l’ingresso a chi voleva entrare. La prima accusa è rivolta all’atteggiamento interiore dei Dottori della Legge: aver portato via la chiave indica l’aver tolto ad essi stessi la possibilità di entrare nella conoscenza delle cose di Dio. Per cui, alla fine, ci si ritrova su vie diverse, con pensieri diversi: ciò che pensiamo di conoscere non è secondo la verità di Dio! E questo è ciò che maggiormente ha impedito a questi tali di riconoscere il Messia nella persona di Gesù. Pensavano di conoscere sbagliandosi: come chi pensa di conoscere un luo-go senza mai visitarlo. La seconda accusa è rivolta all’esterno, verso coloro che vorrebbero conoscere: ma la malizia che ha accecato i Dottori della Legge, rende ciechi anche quanti vorrebbero entrare, perché non trovano nessuno che indichi loro la via della conoscenza. Come un cieco che vuole spiegato il significato di un colore chiedendolo ad altri ciechi. E così, non solo i Dottori non riconoscono il Messia presente tra loro, ma con i loro ragionamenti impediscono anche al popolo di farlo.
Pane di oggi: Signore, la tua Parola è lampada ai miei passi e luce al mio cammino. Il tuo insegnamento è chiaro e il tuo esempio edifica e dirige la mia anima. Rendi saldi i miei passi perché non vacilli, perché le tentazioni non mi blocchino, il peccato non mi affossi, lo sconforto non mi vinca. Donami un cuore docile e una mente saggia perché io sia attento alla tua voce, comprenda la tua Parola e, guidato dallo Spirito Santo, giunga fino a te.
Seguirò il Signore e farò in modo che anche altri lo seguano.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=1
La sua fanciullezza fu segnata da un precoce amore per il Signore, insegnatole soprattutto dalla madre. È famoso il suo tentativo di fuggire alla terra dei mori, col fratellino Rodrigo, per trovarvi il martirio, o il suo costruire insieme a lui, nel giardino paterno, romitaggi e monasteri, per vivere nella solitudine l’incontro con il Signore. Teresa è una bambina che amava ripetere: Sempre, sempre! pensando di morire e così di vivere sempre con Dio.
Non conosceva altro bene in questa vita che quello d’imitare Gesù Cristo paziente e crocifisso, e si sforzava di acquistare, per mezzo dei patimenti, nuovi meriti per l’eternità. Ammirabile la sua preghiera: « Signore, o patire o morire ». Il suo cuore, infiammato dell’amor di Dio, altro non sospirava che di uscire da questa valle di pianto e di unirsi per sempre al suo diletto Sposo, nella gloria celeste. Il Signore esaudì i fervidi voti e, nel monastero di Alba di Tormes, alla età di 67 anni, passò da questa vita. Era il 13 ottobre del 1582.