Mercoledì, XXVII Tempo Ordinario – B. V. Maria del Rosario – PRIMA LETTURA Gal 2,1-2.7-14 – Dal Salmo 116 (117) – VANGELO Lc 11,1-4
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Ma quando Cefa venne ad Antiòchia, mi opposi a lui a viso aperto perché aveva torto». La Prima Lettura della Liturgia di oggi ci offre una pagina della storia della Chiesa primitiva che pone in essere diverse considerazioni e riflessioni. Alla base c’è il comportamento di Pietro, capo degli Apostoli: egli che era stato il primo a sperimentare la grazia di Dio sui pagani, a casa di Cornelio (cfr At 10), ora si ritrova a vivere nella paura del giudizio dei Giudei, creando discriminazione e divisione nei confronti dei pagani per semplici calcoli di rispetto umano. San Paolo non tollera tali atteggiamenti palesemente falsi e potenzialmente dannosi e senza tanti fronzoli, dinanzi a tutti denuncia il fatto. Lo scopo non è l’accusa verso il fratello ma evitare che l’autorità di Pietro divenisse un motivo per giustificare anche in altri atteggiamenti sbagliati. Un parroco che fa distinzioni e discriminazioni, un superiore che vive come se non ci fossero regole da rispettare, una autorità che palesemente infrange il buon senso va ripreso, anche pubblicamente. Non va umiliato, messo alla gogna o, peggio ancora, criticato alle spalle e di nascosto, a sua insaputa. Lo scopo del richiamo è sempre la salvezza del fratello, è lo stroncare sul nascere ogni atteggiamento che rischi di diventare prassi malevola e dannosa.
Pane di oggi: Non è facile, Signore, richiamare nella verità e con la carità il proprio fratello. Il rischio di ergerci a giudici del prossimo è sempre in agguato, come anche il sentirci migliori degli altri. E invece di essere costruttori di verità e di comunione ci ritroviamo come quel Fariseo che si illudeva di pregare ringraziando Dio per non essere come gli altri. Facci strumenti di carità e di virtù, donaci il tuo Santo Spirito di sapienza e di verità.
Non tacerò mai per tornaconto, non parlerò per giudicare.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=1
PREGHIERE A MARIA REGINA DEL S. ROSARIO
O Maria, Regina del Santo Rosario,
che risplendi nella gloria di Dio come Madre di Cristo e Madre nostra,
estendi a noi, Tuoi figli, la Tua materna protezione.
Ti contempliamo nel silenzio della Tua vita nascosta,
in attento e docile ascolto alla chiamata del Messaggero divino.
Ci avvolge di sublime tenerezza il mistero della Tua carità interiore, che genera vita e dona gioia a coloro che in Tè confidano. Ci intenerisce il Tuo cuore di Madre, pronto a seguire ovunque il Figlio Gesù fin sul Calvario, dove, tra i dolori della passione, stai ai piedi della croce con eroica volontà di redenzione.
Nel trionfo della Risurrezione,
la Tua presenza infonde gioioso coraggio a tutti i credenti,
chiamati ad essere testimonianza di comunione, un cuor solo e un’anima sola.
Ora, nella beatitudine di Dio, quale sposa dello Spirito, Madre e Regina della Chiesa, colmi di gioia il cuore dei santi e, attraverso i secoli, sei conforto e difesa nei pericoli.
O Maria, Regina del Santo Rosario,
guidaci nella contemplazione dei misteri del Tuo Figlio Gesù, perché anche noi, seguendo insieme con Tè il cammino di Cristo, diventiamo capaci di vivere con piena disponibilità gli eventi della nostra salvezza. Benedici le famiglie; dona ad esse la gioia di un amore indefettibile, aperto al dono della vita; proteggi i giovani.
Da’ serena speranza a chi vive nella vecchiaia o soccombe nel dolore. Aiutaci ad aprirci alla luce divina e con Tè leggere i segni della sua presenza, per conformarci sempre più al Figlio Tuo, Gesù, e contemplare in eterno, ormai trasfigurati, il Suo volto nel Regno di pace infinita. Amen
† Alberto Maria Careggio, Vescovo
