Sabato, XXV Tempo Ordinario – Ss. Cosma e Damiano m. – PRIMA LETTURA Qo 11,9-12,8 – Dal Salmo 89 (90) – VANGELO Lc 9,43b-45
Riflessione quotidiana al Vangelo per camminare in Cristo: «Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso». Contempliamo lo smarrimento dei discepoli: molti di loro erano al seguito di Gesù sin dai primi giorni della sua vita pubblica, sin dal battesimo nel Giordano o al miracolo nuziale di Cana. Tutti avevano visto con i propri occhi le meraviglie da lui compiute: guarigioni, esorcismi, moltiplicazione di pani e pesci… molti avevano sperimentato la sua potenza sopra ogni vento e tempesta, molti avevano goduto della sua sapienza oltre ogni insidia e tranello tesogli. Molti di loro lo avevano udito pronunciare le Beatitudini del regno, le parabole, gli insegnamenti fatti con una nuova autorità e non come quella degli Scribi. Pensavano di aver capito tutto di Gesù, ma puntualmente si trovano spiazzati. Quando pensano di aver inquadrato il Cristo e di averlo “definito” (cioè messo entro limiti e confini logici ben precisi) puntualmente lo ritrovano oltre ogni schema logico umano. In realtà Dio è colui le cui vie non sono le nostre, e non sono come i nostri i suoi pensieri. Il pericolo più grande per i discepoli di ogni tempo, anche per noi, è quello di pensare di aver capito tutto di Dio, di aver chiara la via entro cui vuole condurci, di limitarlo dentro le nostre definizioni e incatenarlo dentro le nostre logiche. Ma, o ci abbandoniamo in lui, lasciandoci sorprendere ogni giorno, o rimarremo sempre nella confusione.
Pane di oggi: Gesù, quando mi inviti a rimanere come un bimbo, ad accogliere la tua Parola in semplicità, in fondo mi spingi a quella apertura mentale propria di chi non viene a te con i suoi schemi ma tutto attende da te. Come la terra attende la pioggia dal cielo, così l’anima mia attenda da te sapienza e provvidenza.
Il mio cuore sia pronto alle novità che lo Spirito suggerisce.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=110
Sulla vita di Cosma e Damiano le notizie sono scarse. Si sa che erano gemelli e cristiani. Nati in Arabia, si dedicarono alla cura dei malati dopo aver studiato l’arte medica in Siria. Ma erano medici speciali. Spinti da un’ispirazione superiore infatti non si facevano pagare. Di qui il soprannome di anàrgiri (termine greco che significa «senza argento», «senza denaro»). Ma questa attenzione ai malati era anche uno strumento efficacissimo di apostolato. «Missione» che costò la vita ai due fratelli, che vennero martirizzati.