Domenica – Ascensione del Signore (A) – PRIMA LETTURA At 1,1-11 Dal Salmo 46 (47) – SECONDA LETTURA Ef 1,17-23 – VANGELO Mt 28,16-20
Riflessione quotidiana per camminare in Cristo: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli… Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo». Gesù ascende al Cielo lasciandoci un impegno ben preciso e rivelandoci una consolante verità. L’impegno è manifestato da un imperativo Euntes (andate) che diviene un dovere primario del cristiano. In un momento così denso e solenne, come l’ultimo saluto ai suoi discepoli prima di essere asceso in Paradiso, il Signore risorto ha come principale preoccupazione l’evangelizzazione dei popoli. Non possiamo far finta di nulla, Gesù ci sta dicendo cosa gli sta più a cuore, quale sia il suo più grande desiderio: che tutti gli uomini conoscano il dono del Padre e gli diano gloria. Non chiede altro se non di essere missionari tra i fratelli. Ed è strano di come noi ci si senta cristiani riempiendoci di pratiche di pietà e di impegni non richiesti, tralasciando ciò che possiamo definire il testamento ultimo del Cristo. Non ci chiede titoli di studio ma santità di vita. Non ci chiede di risolvere i problemi del mondo ma di splendere e dare luce, dare speranza, se necessario dare la vita per Dio e per il prossimo. Gesù ci invia, ma con una consolante promessa: egli è con noi, lo è sempre, in ogni occasione, in ogni situazione. Contempliamolo, dunque, mentre ascende al Cielo, ma che non ci capiti di rimanere con gli occhi alzati e le mani vuote, con la testa persa tra le nubi e le gambe immobili. Euntes! Andiamo, Gesù ci manda, gli uomini ci attendono.
Pane di oggi: Liberami, Signore, dalla illusoria consolazione di pensarmi felice solo con te. Tu non mi chiami a piantare tende solitarie, come pensava di fare san Pietro, ma mi chiedi di aprire la porta di casa e del cuore per testimoniare e diffondere la tua gioia.
Come sto vivendo la mia vocazione alla missionarietà?
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