Giovedì Santo – Cena del Signore – Prima Let. Es 12,1-8.11-14 – Salmo 115 (116) – Seconda Let. 1Cor 11,23-26 – VANGELO Gv 13,1-15
Riflessione quotidiana per camminare in Cristo: «Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò fino alla fine». Cosa significa amare nel linguaggio di Dio? Come lo dimostra? Come dobbiamo vivere questo verbo che è la sintesi di tutta la Rivelazione e la definizione stessa di Dio (1Gv 4,8)? La Scrittura ci indica una via maestra: amare è servire! Dio Padre ha tanto amato il mondo da mandare il suo Figlio come servo; il Cristo ha servito il Padre amando ciò che egli ama, cioè ciascuno di noi, facendosi nostro servo. Egli non ci chiama servi ma amici, e poi non ci tratta da amici ma diviene egli stesso nostro servo. E come servo lava i nostri piedi, cura le nostre ferite, passa alla nostra mensa dandoci egli stesso il cibo, dandoci se stesso come vero Cibo. Con quanto rispetto dovremmo pronunciare il verbo amare in tutte le sue declinazioni. Oggi in nome dell’amore ci facciamo padroni, invochiamo diritti, arriviamo perfino ad uccidere vite innocenti, in quello che dovrebbe essere il più amorevole dei luoghi, cioè il grembo materno. “Love is love” grida il mondo, cioè: ciò che per me è amore lo deve essere per tutti, deve essere accettato da tutti, e chi non accetta riceve disprezzo ed emarginazione! Gesù, invece, non recrimina diritti, non manifesta in piazza, non impone di esse-re accettato: si piega, in silenzio, e ama servendo. Non possiamo amare come vorrebbe il mondo e poi illuderci di amare Dio. Non possiamo sostenere, anche politicamente, chi pro-muove disordine morale, aborto e infedeltà coniugale e poi ardire di chiamare Dio con lo stesso nome che abbiamo infangato: l’Amore è amore e non vi sono altri modi di amare se non nel silenzio, nel servizio, nella fedeltà, nel sacrificio totale.
Pane di oggi: Gesù che io ti ami come tu mi ami: fammi diventare amore.
Amare Dio e il prossimo significa scegliere di essere servo.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=110