Ez 37,12-14 – Dal Salmo 129 (130) – Rm 8,8-11 – Gv 11,1-45
Riflessione quotidiana per camminare in Cristo: «Ecco, io apro i vostri sepolcri, vi faccio uscire dalle vostre tombe, o popolo mio». Gesù giunge dall’amico Lazzaro con notevole e illogico ritardo (almeno secondo la logica che corrisponde a quella umana, ma non certo a quella divina). È ormai morto da giorni. Gli va incontro la sorella in pianto, l’altra inizialmente rimane a fare il lutto in casa. Poi insieme, come un nuovo straziante corteo funebre, si avviano al sepolcro. Si fermano. E lì Gesù inizia a piangere. Tutto sembra rientrare in una normale, per quanto dolorosa, scena funebre in cui sono coinvolte vite giovani, amicizie infrante, rapporti ormai spezzati. Un cliché che forse purtroppo abbiamo sperimentato, un dolore che forse abbiamo anche vissuto. Ma in quel silenzio tipico di queste situazioni, quel silenzio che lascia parlare il dolore e che indica l’impossibilità di trovare parole adatte a consolare; in quel si-lenzio che è arresa, necessaria rassegnazione, ecco una parola inaspettata: «Togliete la pietra!». Signore, ma cosa dici? Perché? Cosa intendi fare? La sorella pensa ad uno sproposito umano e vorrebbe far ragionare Gesù con la logica del tempo che consuma, della morte che mette fine ad ogni speranza, ad ogni progetto. «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». Credono, tolgono la pietra e il Cristo richiama alla vita l’amico.
Pane di oggi: Sì, Gesù, quante volte me lo ripeti che se credo vedrò la gloria di Dio. Lo so, ma è come se non lo ricordassi. Credo, ma è come se non credessi. Mi dici di ragionare secondo Dio e invece mi ostino a ragionare secondo il mondo. E così, spesso, mi rassegno alla morte, al peccato, alla sconfitta. Penso che siamo in questo mondo e mi arrendo al turpiloquio, all’immoralità, al rancore, all’egoismo. Vieni Gesù e risuscitami dalla mia morte.
Allo sterile pianto sostituirò la fede in Colui che ridona vita.
fonte: http://www.madredellaparola.it/?page_id=110